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Pensione più facile se fai questa domanda, ed esci 3 anni prima anche gratis e con agevolazioni

Pensione più facile con la Pace Contributiva che permette di rientrare anche nella pensione a 64 anni.

Ti mancano uno, due o anche cinque anni di contributi per andare in pensione? Se il tuo obiettivo sono le pensioni contributive, perché hai iniziato a lavorare solo dopo il 31 dicembre 1995 e non ci sono contributi precedenti, allora puoi sfruttare una novità valida nel 2024 e nel 2025. Arrivando a poter uscire dal lavoro per esempio, a 64 anni di età. La misura in questione si chiama Pace Contributiva. Una misura che consente ad un lavoratore a cui mancano dei periodi di contribuzione, di riempire il proprio estratto conto. A volte a titolo oneroso, ma altre volte addirittura gratis.

Pensione più facile se fai questa domanda, ed esci 3 anni prima anche gratis e con agevolazioni

La Pace Contributiva è una misura con cui un lavoratore può scegliere di pagarsi autonomamente fino a cinque anni di contributi se nel suo estratto conto ci sono dei periodi mancanti. Parliamo di periodi di completa assenza di contribuzione. Come possono essere quelli di non occupazione e di non copertura da figurativi. Non si possono riscattare periodi per i quali manca la contribuzione perché il datore di lavoro per qualsiasi motivo non l’ha versata. Per la Pace Contributiva bisogna essere dei contributivi puri come detto prima quando abbiamo parlato di anzianità di iscrizione. Ed i vuoti contributivi da riempire devono essere quelli intercorsi tra l’anno del primo versamento e l’anno dell’ultimo.

Il costo del riscatto, ecco i calcoli da fare

Questo riscatto è oneroso perché di fatto l’interessato è chiamato a pagare di tasca propria i periodi che intende rendere utili alla sua pensione. Per capire quanto costa bisogna fare riferimento alle ultime retribuzioni. Parliamo degli ultimi 12 mesi di retribuzione e su questi occorre applicare l’aliquota contributiva nel fondo pensione dove il contribuente versa che per un lavoratore dipendente iscritto al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) è pari al 33%. E poi moltiplicarli per gli anni da riscattare, oppure dividerli per i mesi da riscattare se il periodo da trasformare è inferiore all’anno.

Il riscatto a carico del datore di lavoro, ecco quando è fattibile

Quanto si versa però può essere scaricato dal reddito in 4 annualità di dichiarazione successivi. E si può versare pure a rata fino a 120 rate mensili. Ma ci sarebbe anche un modo per rendere l’operazione gratis per gli interessati. Infatti di questo se ne può occupare anche il datore di lavoro. Sia se il pagamento è a carico del lavoratore, che del datore di lavoro, si può pagare in unica soluzione o in 120 rate mensili per 10 anni. Costo che può essere portato in deducibilità sulle dichiarazioni dei redditi da chiunque versa il corrispettivo all’INPS. Naturalmente l’operazione che tira dentro il datore di lavoro è facoltativa per quest’ultimo. Accollarsi questo onere non è semplice, e potrebbe tornare utile per chi per esempio vuole svecchiare il parco dipendenti o vuole ridurre l’organico mandando prima in pensione i lavoratori più anziani.