Pensioni 2025, cambiano età e contributi per vecchiaia e anticipate Pensioni 2025, cambiano età e contributi per vecchiaia e anticipate

Pensione prima dei 67 anni, buona l’ipotesi di quota 84

Anche se al momento l’attività politica è ferma, si continua a ipotizzare la probabile riforma pensioni 2025. La cosa che interessa maggiormente i lavoratori è la flessibilità in uscita, ovvero la possibilità di andare in pensione prima dei 67 anni. Proprio a tal proposito si ripropone l’idea di una quota 84 per tutti, una forma di pensionamento anticipato che permetterebbe a diverse categorie di lavoratori di lasciare il mondo del lavoro 3 anni prima del compimento dei 67 anni.

Cos’è la quota 84 e chi può andarci in pensione?

Con quota 84 si intende il pensionamento a 64 anni con almeno 20 anni di contributi. Si tratta di una tipologia di pensione oggi esistente, ma che richiede requisiti troppo stringenti al punto che ad utilizzarla sono una manciata di lavoratori fortunati.

Si tratta della pensione anticipata contributiva che oggi permette l’accesso a chi ha iniziato a versare i propri contributi a partire dal 1996 (o ha optato per il computo in Gestione Separata), ha compiuto i 64 anni, ha versato almeno 20 anni di contributi ed ha diritto a una pensione pari a:

  • 3 volte l’assegno sociale;
  • 2,8 volte l’assegno sociale per le donne con 1 figlio;
  • 2,6 volte l’assegno sociale per le donne con almeno  2 figli.

Dal 2024 per la misura è stato previsto anche un tetto massimo per l’assegno: 2.993 euro lordi mensili fino al compimento dell’età di accesso alla pensione di vecchiaia.

La quota 84, oggi, è troppo selettiva

Il vincolo dell’importo dell’assegno che deve essere di 3 volte l’assegno sociale Inps (limite che scende per le donne con figli, ma resta sempre molto selettivo) esclude la maggior parte dei lavoratori dalla possibilità di accesso alla misura.

Bisogna ricordare, infatti, che si tratta di una pensione contributiva e riuscire a raggiungere queste somme di assegno pensionistico nel sistema contributivo e con soli 20 anni di contributi richiede l’aver svolto una carriera ben remunerata per tutto il ventennio. Proprio per questo motivo non tutti riescono ad accedere alla misura (e anche perché chi si pensionato oggi, nella maggior parte dei casi, ha iniziato a lavorare prima del 1996).

La proposta di quota 84 per tutti

La proposta, inizialmente, era stata avanzata dal presidente dell’Inps qualche anno fa: estendere la pensione a 64 anni con 20 anni di contributi anche a chi ha contributi versati prima del 1996 (a fronte, ovviamente, di un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno).

La proposta prevedeva anche di abbassare la soglia dell’assegno minimo da aver maturato per poter accedere alla misura per renderla accessibile a un più vasto pubblico. Proprio in questo momento in cui si è alla ricerca di una misura che assicuri la flessibilità in uscita, quindi, proporre una sorta di quota 84 potrebbe essere una soluzione che garantirebbe a moltissimi lavoratori la possibilità di uscire dal mondo del lavoro. La cosa, tra l’altro, sarebbe utile anche per liberare posti di lavoro per l’assunzione di giovani, abbattendo, di fatto, anche la piaga della disoccupazione giovanile.