1.440 euro in più su pensioni o stipendio, ecco per chi il 2025 potrebbe essere straordinario 1.440 euro in più su pensioni o stipendio, ecco per chi il 2025 potrebbe essere straordinario

Pensione prima, ecco quando per 12 mesi di lavoro spettano 18 mesi di contributi

In alcuni casi i contributi versati valgono una volta e mezza, ma attenzione ai requisiti e alla trappola del calcolo della pensione.

Per andare in pensione prima sono necessari i contributi maturati. Quando per 12 mesi di lavoro vengono corrisposti 18 mesi di contributi, la cosa può essere molto conveniente perché, sempre, avvicina al requisito contributivo da raggiungere.

Soprattutto per chi intende accedere alla pensione anticipata ordinaria, che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, racimolare quanti più contributi possibili è una necessità imprescindibile. Figurativi, da riscatto, volontari, e, perché no, contributi in più offerti direttamente dall’Inps.

Leggi anche: Pensione precoci, dai requisiti alla domanda, la guida completa e perché si può a 59 o 60 anni

12 mesi di lavoro per 18 mesi di contributi

La valenza di 12 mesi di lavoro in cambio di 18 mesi di contributi è un beneficio che in molti conoscono, ma che non tutti possono cogliere, anche se fa gola. Basti pensare che per 3 anni di lavoro sono riconosciuti 4 anni e mezzo di contributi per fare comprendere la portata di questo beneficio.

Iniziamo con il dire che si tratta di un’agevolazione che spetta esclusivamente ai lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età: tutti i contributi versati prima dei 18 anni hanno una valenza del 50% in più e ogni mese di lavoro corrisponde a un mese e mezzo di contributi maturati.

Basti pensare che un tempo era molto diffusa la condizione di iniziare a lavorare a 14, 15 anni di età: in questi casi al compimento dei 18 anni il giovane aveva maturato 3 o 4 anni di lavoro e di conseguenza, in alcune condizioni, 4 anni e mezzo o 6 anni di contributi.

Va precisato fin da subito, però, che non basta essere precoci per veder valorizzati i propri contributi con una maggiorazione del 50%.

Per approfondire leggi anche: Pensioni 2024, ecco 5 anni di contributi “omaggio” per gli invalidi al 74% o per i precoci

A chi spetta la maggiorazione dei contributi precoci?

Il beneficio è stato introdotto dalla Legge Dini del 1995 e prevede per chi ricade nel sistema contributivo puro e non ha contributi che si collochino nel sistema misto/retributivo, la maggiorazione dei contributi maturati prima del compimento della maggiore età.

I precoci che possono contare che i contributi versati prima del 18 anni valgano 1,5 volte, sono quelli che:

  • hanno iniziato a lavorare a partire dal 1996 o dopo e non abbiano contributi versati prima del 1° gennaio 1996;
  • coloro che optano per un computo in Gestione Separata Inps.

Non si tratta, quindi, di una agevolazione a cui si può aver diritto per il solo motivo di aver iniziato a lavorare prima dei 18 anni. Inoltre va sottolineato che la maggiorazione contributiva in questione ha valore per il raggiungimento del diritto alla pensione, ma non per il suo calcolo. Di fatto, quindi, i contributi in più riconosciuti, collocandosi nel sistema contributivo, non hanno valore per determinare l’importo della pensione spettante.