E’ tassativo: per poter accedere alla quota 100 è necessario aver compiuto i 62 e aver raggiunto i 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021. La quota 100, infatti, permette anche successivamente alla sua scadenza, la possibilità di pensionamento a tutti coloro che hanno raggiunto i requisiti di accesso entro il 31 dicembre 2021.
Ovviamente per chi entro tale data non riesce a soddisfare il requisito anagrafico c’è poco da fare. Per chi, invece, entro la fine dell’anno non raggiunge i 38 anni di contributi qualche movimento è possibile per riuscire a soddisfare il requisito richiesto.
Come raggiungere 38 anni di contributi entro la fine del 2021
Per chi compie prima della fine dell’anno i 62 anni diventa essenziale riuscire a raggiungere i 38 anni di contributi anche alla luce del fatto che dal 2022 dovrebbe essere introdotta una nuova misura che consenta flessibilità e che prenda il posto della quota 100 ma che quasi sicuramente prevederà penalizzazioni per chi sceglie la via dell’anticipo.
Molto meglio, quindi, per chi è vicino al requisito contributivo, cogliere al volo l’occasione di pensionamento con quota 100 e risparmiarsi, quindi, le penalizzazioni sulla pensione o la prospettiva di restare al lavoro per gli altri 5 anni necessari per centrare la pensione con al Legge Fornero.
Come incrementare i propri contributi per raggiungere i 38 anni entro la fine del 2021?
Innanzitutto per gli uomini che hanno svolto il servizio militare è bene sapere che per l’anno di leva, solo dietro specifica presentazione di domanda, viene riconosciuta contribuzione figurativa. E già così, quindi, si recupera un anno di contributi di cui, magari, non si era tenuto conto.
Per le donne, poi, è bene ricordare che è possibile chiedere gratuitamente il riscatto anche dei periodi di astensione obbligatoria per maternità (5 mesi per ogni figlio) al di fuori del contratto di lavoro: ci si può vedere, quindi, riconoscere contribuzione figurativa pari a 5 mesi per ogni figlio avuto e per il quale si è fruito della maternità al di fuori del rapporto di lavoro.
Se, invece, la maternità è stata indennizzata durante periodi di lavoro, i contributi sono stati già riconosciuti in via automatica.
I contributi che mancano per raggiungere i 38 anni necessari all’accesso alla quota 100, poi, possono anche essere riscattati in modo oneroso: in questo caso bisogna farsi due conti per vedere se l’onere richiesto sia conveniente o meno.
Possono essere, per esempio, riscattati i periodi di studio universitario che hanno portato al conseguimento della laurea (possono essere riscattati solo gli anni della durata legale del corso di studi). Appare ovvio che, seppur presenti solo 34 anni di contributi, il requisito di accesso per la quota 100 può essere raggiunto riscattando 4 anni di università. Se si provvede alla richiesta di riscatto entro il 31 dicembre 2021, tra l’altro, si può fruire anche del riscatto agevolato della laurea che prevede un costo di circa 5200 euro per ogni anno riscattato.
Sempre fino alla fine del 2021, poi, è possibile riscattare anche periodi di vuoto contributivo presenti tra un contratto di lavoro e l’altro ma solo se collocati successivamente al 1995.