Con la riforma pensioni 2025 rispunta il cavallo di battaglia della Lega, la quota 41 per tutti. Nel 2025 si potrebbe, quindi, andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. La misura potrebbe essere attuata il prossimo anno, dopo che era stata promessa dal 2019, ma potrebbe anche non essere più molto appetibile.
L’intento del Governo, infatti, continua a essere quello di limitare le uscite anticipate e incentivare, invece, con bonus chi decide di rimandare il pensionamento. Ecco che una misura con la quota 41 per tutti potrebbe dover essere rivista per limitare i lavoratori interessati ad utilizzarla.
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Quota 41 per tutti, perché piace ai lavoratori?
La quota 41 per tutti è sempre stata una proposta che piace ai lavoratori. Senza penalizzazioni e paletti, infatti, la misura avrebbe davvero potuto mandare in soffitta la pensione anticipata prevista dalla riforma Fornero. Avrebbe richiesto un anno e 10 mesi di contributi in meno per gli uomini e 10 mesi di contributi in meno per le donne.
Un anticipo rispetto alla pensione anticipata che non avrebbe certo fatto schifo a chi si appresta ad andare in pensione.
La quota 41 piace troppo
Proprio perché la quota 41 piace (e anche perché costa troppo) e perché il Governo vuole ritardare il più possibile i pensionamenti per risparmiare sui conti pubblici, la quota 41 così come è stata pensata nel 2019 non è attuabile.
Sono anni, ormai, che si studiano correttivi e penalizzazioni da applicare alla quota 41 per tutti, ma fino a oggi la misura non ha mai trovato la quadra. E quest’anno ci si riprova.
L’idea è quella di prevedere delle penalizzazioni sul calcolo dell’assegno (calcolo interamente contributivo) così come accade per la quota 103, e come quest’ultima dovrebbe essere previsto anche un tetto massimo alla pensione spettante fino al compimento dei 67 anni (per la quota 103 il tetto è fissato a 2.459 euro, ma per la quota 41 potrebbe essere più basso).
Perché una quota 41 così non conviene
Se la quota 41 venisse realizzata in questo modo altro non sarebbe che una brutta copia della quota 103 (a cui ricordiamo che hanno aderito pochissimi lavoratori proprio per le penalizzazioni e i limiti).
Va ricordato, inoltre, che la quota 41 per tutti permette un anticipo di 1 anno e 10 mesi per gli uomini e 10 mesi per le donne: uno sconto sulla pensione che non è così alto (come poteva esserlo la prima opzione donna che permetteva un anticipo di 9 anni rispetto alla pensione di vecchiaia e quasi 7 sulla pensione anticipata) da rendere conveniente la penalizzazione imposta che, in alcuni casi potrebbe tagliare anche il 20% dell’assegno.