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Pensione quota 41 precoci: la guida 2024

La pensione 2024 con quota 41 per i lavoratori precoci.


La pensione con quota 41 precoci è una misura di pensionamento anticipato che consente ai lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni di andare in pensione con 41 anni di contributi ed a prescindere dall’età che hanno raggiunto. La misura sarà attiva anche nel 2024. Ecco una guida ai requisiti da completare per ogni singola categoria dei beneficiari.


La pensione quota 41 precoci, come funziona?

Insieme ai 41 anni di contributi da versare servono almeno 12 mesi di contributi effettivi anche se versati discontinuamente, prima del compimento del 19° anno di età. Inoltre serve che dei 41 anni di contribuzione previdenziale versata, almeno 35 anni devono essere effettivi da lavoro. La misura è nata con la Legge di Bilancio 2017 e resta destinata solo a:

  • disoccupati che hanno completato da 3 mesi la prestazione di disoccupazione indennizzata Naspi;
  • invalidi con una percentuale di invalidità certificata pari almeno al 74%;
  • caregivers che da almeno 6 mesi assistono un familiare convivente con handicap grave;
  • lavoratori addetti a mansioni gravose.

    L’elenco dei lavori gravosi

    Oltre ai requisiti contributivi che valgono per tutti, ogni categoria deve rispettare anche i sotto requisiti prima citati. E così se un disoccupato non ha preso la Naspi perché ha dato le dimissioni volontariamente, non potrà avere diritto alla quota 41. Alla pari di chi ha un familiare disabile da assistere, ma non convive con lui o non lo assiste da almeno 6 mesi. Per il lavoro gravoso invece, oltre ad averlo svolto per 6 degli ultimi 7 anni o per 7 degli ultimi 10 anni, serve rientrare nelle seguenti attività:

    • operai edili , dell’industria estrattiva e della manutenzione degli edifici;
    • conduttori di gru;
    • conciatori di pelli e di pellicce;
    • macchinisti di convogli ferroviari e personale viaggiante;
    • conduttori di camion;
    • personale addetto alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti;
    • addetti ai servizi di pulizia;
    • infermieri ed ostetriche che lavorano nelle sale operatorie e nelle sale parto;
    • siderurgici;
    • marittimi;
    • pescatori;
    • agricoli;
    • facchini;
    • addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
    • Maestri ed educatori di asilo nido e scuola dell’infanzia.