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Pensione quota 96,7? non esiste, ecco la verità

Una bufala la pensione quota 96,7 perché il primo maggio scade solo la domanda usuranti.

In queste ore sta uscendo fuori la notizia di una fantomatica quota 96,7 per la pensione con domande entro il primo maggio 2024. La misura di cui molti media, siti e giornali parlano, non esiste. Perché l’unica domanda che si deve presentare entro il prossimo primo maggio è quella utile allo scivolo usuranti per chi completa i requisiti entro la fine del 2025. A dire il vero, la domanda non è quella di pensione vera e propria ma la domanda di certificazione del diritto. Che andrebbe fatta entro il termine prefissato per evitare di incorrere nella penalizzazione fino a 3 mesi sulla pensione futura. Ma andiamo con ordine.

Pensione quota 96,7? non esiste, ecco la verità

La pensione 96,7 di cui parlano molti addetti ai lavori non è una misura che esiste nel sistema previdenziale. Il prossimo primo maggio scadono le domande di certificazione del diritto per lo scivolo usuranti. Una misura che permette di uscire dal lavoro a 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi e contestuale completamento della quota 97,6. Questa è la quota giusta da centrare per poter accedere alla pensione in regime usuranti nel 2025. Chiunque completa i requisiti prima citati nel periodo compreso tra il primo gennaio 2025 ed il 31 dicembre 2025, potrà così presentare domanda tempestiva entro il primo maggio. La tempestività nell’istanza serve per consentire all’INPS di liquidare la prestazione per il diretto interessato senza vincoli di fondi a disposizione.

Occhio alla scadenza delle istanze, i rischi sono elevati

Lo svicolo usuranti riguarda soltanto determinate categorie di lavoratori che sono:

  • lavoratori delle galleria, delle cave e delle miniere;
  • addetti all’asportazione dell’amianto;
  • lavoratori che svolgono l’attività in spazi ristretti e angusti o con costante esposizione alle alte temperature o in cassoni ad aria compressa;
  • palombari;
  • addetti alla lavorazione del vetro cavo;
  • addetti agli altiforni;
  • lavoratori notturni che per almeno 6 ore al giorno svolgono l’attività tra le 24:00 e le 05:00 e per un minimo 64 giorni per anno solare;
  • lavoratori notturni che per almeno 3 ore al giorno svolgono l’attività tra le 24:00 e le 05:00 e per tutto l’anno;
  • operaio della linea a catena in processi produttivi di serie e a ripetizione ciclica;
  • autisti di bus e altri mezzi di trasporto pubblico con capienza complessiva minima di 9 persone.

Chi prevede di centrare la quota 97,6 entro la fine del 2025 presentando domanda di certificazione entro il primo maggio, potrà accedere alla pensione dal primo mese successivo a quello di completamento dei requisiti. Chi presenta la domanda entro il primo giugno, perde un mese come decorrenza della prestazione. I mesi diventano due per chi presenta la domanda entro il primo luglio e passano a 3 mesi per domande ancora più in ritardo. Sempre che le risorse disponibili consentano la liquidazione. Perché le domande in ritardo, anche di un solo mese, finiscono nel calcolo delle risorse a disposizione. L’INPS a fine anno conteggia i soldi disponibili per la misura con le domande già liquidate. E lo fa con una commissione ad hoc che si riunisce come detto entro fine anno. Evidente che le domande ritardate portano a concreti ritardi nella liquidazione della pensione oltre ai tagli sulla decorrenza prima citati.