Sarà davvero possibile che di colpo in Italia entri in vigore una misura che viene utilizzata in Paesi nordici dove comunemente il tenore di vita viene considerato migliore del nostro? Una domanda che si fanno molti lavoratori perché da qualche settimana è trapelata la notizia che in Italia si starebbe considerando l’ipotesi di copiare il cosiddetto modello svedese. Dove ci sono lavoratori che possono andare in pensione prima del tempo, ma senza lasciare il lavoro. Parliamo della pensione part-time.
Pensione subito, ma senza lasciare il lavoro
In Italia ci sono misure che vietano al pensionato di lavorare, perché non si possono cumulare redditi da lavoro con redditi da pensione. Un tipico esempio è l’attuale quota 103, ma nel passato lo stesso facevano la quota 100 e la quota 102. In pratica il principio nostrano è che se un soggetto vuole andare in pensione prima, vuol dire che non vuole più lavorare. Ecco quindi che per i pensionati di quota 103 vige il divieto di cumulo tra redditi da lavoro e redditi da pensione ad esclusione del lavoro autonomo occasionale entro la soglia di 5.000 euro annui.
Un principio che si sposa anche con le problematiche occupazionali in Italia. Perché se un soggetto va in pensione ma resta a lavorare, toglie occasioni a chi un lavoro lo cerca. E stando alle ultime notizie, uno dei problemi del sistema in Italia è proprio questo, cioè che sono più i pensionati che i lavoratori. L’INPS paga i pensionati con i contributi che versano i lavoratori, ed è evidente che meno sono questi ultimi, meno soldi ha l’INPS.
Pensione part-time, come funziona la “mezza pensione” in stile scandinavo
Da una angolatura diversa, nei Paesi scandinavi si adotta una via diversa. Per favorire il ricambio generazionale, si va per step. Così per esempio, si esce dal lavoro con 61 anni di età (a scelta del diretto interessato però), o meglio, si va in pensione a quella età, riducendo le ore di lavoro svolte. In pratica un lavoratore può decidere di passare alla “mezza pensione”, perché resta al lavoro ad orario ridotto recuperando la perdita reddituale derivante dal passaggio al part-time, con una pensione commisurata alla differenza tra stipendio precedente e stipendio successivo. Le ore di lavoro in meno del lavoratore, vengono coperte dal datore di lavoro con nuovi assunti, sempre part-time.