Può essere considerato un vulnerabile il contribuente che prende una pensione al di sotto della soglia minima? La risposta non può che essere affermativa naturalmente. Ed oggi vulnerabili, fragili e bisognosi di assistenza sono termini largamente usati per la popolazione nostrana. Ed in Italia i pensionati che prendono una pensione bassa sono tanti. Nel sistema assistenziale italiano però c’è una misura che potrebbe consentire loro di arrivare a prendere un trattamento più dignitoso. Arrotondando la pensione e portandola a cifre migliori superiori ad 840 euro al mese.
Pensione troppo bassa? dal 2025 puoi prendere più di 800 euro al mese
Una volta per i titolari di pensioni basse veniva data facoltà di chiedere il Reddito di Cittadinanza. Che nello specifico di soggetti con una età pari almeno a 67 anni era chiamata pensione di cittadinanza. Una facoltà che adesso non è scomparsa, anche se ha cambiato nome la misura che adesso è l’Assegno di Inclusione.
Ma come funziona l’Assegno di Inclusione per un pensionato con trattamento sotto la soglia minima? Con l’ultima manovra di Bilancio l’Assegno di Inclusione è stato potenziato. E nello specifico dei pensionati, questa cosa permette di prendere un cospicuo aiuto per arrotondare una volta per tutte la pensione. Sono state modificate alcune regole dell’Assegno di Inclusione sia dal punto di vista dei requisiti che da quello degli importi. E così dal 2025 infatti la soglia ISEE per l’Assegno di Inclusione che fino al 2024 è stata pari a 9.360 euro sale a 10.140 euro. Stessa cosa per il reddito familiare che dai 6.000 euro annui di oggi (da moltiplicare per la scala di equivalenza in base al numero dei componenti la famiglia che rientrano nell’ADI) passa a 6.500 euro annui. Ma per i nuclei familiari composti solo da over 67 o da over 67 e disabili, il reddito familiare non deve essere superiore a 8.190 euro.
L’Assegno di Inclusione collegato alla pensione, ecco come
L’Assegno di Inclusione consente di arrivare a prendere una pensione più alta, nel senso che la differenza tra l’importo massimo di reddito familiare previsto e la pensione percepita, viene erogata come assegno di Inclusione. La parte di integrazione al reddito che nasce dall’Assegno di Inclusione nel 2025 può arrivare fino a 682,50 euro. Significa che se un pensionato prende 600 euro di pensione, se non ha altri redditi, avrebbe diritto ad un Assegno di Inclusione di 82,50 euro.
Sempre dall’Assegno di Inclusione può arrivare anche un extra importo come rimborso del canone di affitto. Naturalmente per pensionati che vivono in affitto e con contratto di locazione regolarmente registrato.
Nel 2025 ci saranno altri 162,50 euro al mese in più in questo caso.
In totale quindi tra pensione, integrazione reddituale ADI e rimborso dell’affitto, si arriva a 845 euro al mese. E per chi per esempio prende una pensione di 590 euro al mese o più bassa. è evidente che la differenza è sostanziale.