Con l’introduzione della Legge Monti-Fornero nel 2012, nulla è cambiato nell’ordinamento previdenziale che regola i benefici previdenziali per i lavoratori non vedenti. Il beneficio, nello specifico, permette di accedere alla pensione di vecchiaia con requisiti ridotti rispetto alla generalità dei lavoratori sia dipendenti che autonomi ma permette di ottenere anche una maggiorazione contributiva utile sia al diritto che alla misura della pensione. Vediamo nello specifico quali sono le agevolazioni previste.
Pensione di vecchiaia non vedenti
I lavoratori con cecità assoluta o con residuo visitvo non superiore a 1 decino ad entrambi gli occhi hanno la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con un certo anticipo. L’età anagrafica varia in base al fondo previdenziale di assicurazione del lavoro:
nell’AGO possono accedere lavoratori ciechi dalla nascita, coloro cui la cecità è intervenuta prima del rapporto assicurativo e coloro che possono far valere almeno 10 anni di contribuzione dopo l’insorgenza della cecità a 56 anni se uomini e 51 anni se donne se lavoratori dipendenti, a 61 anni se uomini e 56 anni se donne se lavoratori autonomi. I contributi necessari sono di almeno 10 anni.
Per i lavoratori che non rispondono ai requisiti sanitari sopra descritti resta, comunque la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con i seguenti requisiti: 61 anni di età se uomini, 56 anni se donne con almento 15 anni di contributi se dipendenti del settore privato, 66 anni di età per gli uomini e 61 anni per le donna, sempre con almeno 15 anni di contributi se lavoratori autonomi.
Per i dipendenti pubblici non vedenti i requisiti per accedere al pensionamento di vecchiaia sono più elevati essendo richiesti agli stessi il raggiungimento dell’età massima di permanenza in servizio. Per i lavoratori iscritti alla Cassa Stato, quindi, sono necessari almeno 65 anni unitamente ad una anzianità contributiva di almeno 14 anni, 11 mesi e 16 giorni.