È vero, si fa un gran parlare di riforma delle pensioni e di misure nuove in arrivo che vadano a sostituire quota 100 e chissà, anche eventualmente l’Ape sociale o Opzione donna. Voci, indiscrezioni ed ipotesi, perché al momento con c’è nulla di certo tranne che quota 100 non verrà prorogata oltre il 31 dicembre 2021.
E con quota 100 scomparirebbero anche Opzione donna e l’Ape sociale. Infatti nessuno lo dice ma anche queste due misure scadono il 31 dicembre prossimo. Verrebbero a mancare diverse misure di anticipo di pensione, anche se su Opzione donna e sull’Ape sociale è assai probabile che si operino proroghe visto che da anni si va avanti così, allungando di anno in anno le misure.
E ad oggi, se qualcuno cerca di capire come potrà andare in pensione nel 2022, non c’è altro che tornare a fare i conti con le regole di uscita della riforma Fornero o di quelle che la Fornero stessa ha lasciato in campo.
Pensione di vecchiaia 2022, escono i nati nel 1955
La pensione di vecchiaia, così come le deroghe Amato o l’assegno sociale, non subiranno inasprimenti relativi all’aspettativa di vita. Per la pensione di vecchiaia e per tutte le misure che prevedono la vigente età pensionabile come requisito, resteranno le medesime del 2021, anche nel 2022.
Quindi, per chi è nato nel 1955, se completa i 20 anni di contributi, il 2022 sarà l’anno giusto di uscita. Se il primo versamento di contributi è successivo al 31 dicembre 1995 però, occorre che la pensione sia liquidata per un importo pari o superiore ad 1,5 volte l’assegno sociale, altrimenti c’è da attendere il 2027.
Sempre a 67 anni resteranno anche le deroghe amato, quelle destinate a chi ha 15 anni di contributi versati già al 1992, oppure a chi ha ricevuto l’ok ai versamenti volontari sempre al 31 dicembre 1992, o chi ha 25 anni di anzianità assicurativa e 10 anni di lavoro svolti per periodi inferiori alle 52 settimane.
Le anticipate nel 2022, non cambia nulla
E non ci saranno scossoni nemmeno per le pensioni anticipate che anche nel 2022 resteranno le stesse in vigore quest’anno. C’è quella ordinaria per esempio, per la quale servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Resta così anche la quota 41, per la quale servono 41 anni di versamenti ed uno di questi anche se discontinuo, versato prima dei 19 anni di età (ma occorre pure essere disoccupati, invalidi, caregivers o alle prese coi lavori gravosi).
A 56 anni le donne ed a 61 anni gli uomini, anche nel 2022 si potrà uscire con la pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile al 80%. A 64 anni con solo 20 anni di contributi, con primo versamento successivo alla fine del 1995 e con pensione pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale, anche nel 2022 ci sarà l’anticipata contributiva.