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Pensioni 2023 a 63 anni? ecco quanto contano gli ultimi 7 anni di lavoro

Anche nel 2023 alcuni lavoratori continueranno a poter andare in pensione a partire dai 63 anni. Sembrava una speranza perduta vista l’imminente cessazione dell’Ape sociale che doveva terminare il 31 dicembre prossimo. Invece la misura sarà prorogata ancora per 12 mesi e la sua scadenza slitterà al 31 dicembre del 2023. Nel frattempo ecco la quota 103, altro strumento di pensione anticipata. In questo caso si parte dai 62 anni di età, ma questo vuol dire che anche a 63 anni la misura sarà utilizzabile. Le pensioni diventano quindi argomento caldo del mese di dicembre. Oltre alle novità sul reddito di cittadinanza, il Governo ha messo mani alle pensioni, con novità che però vanno spiegate meglio, soprattutto per alcune particolarità che queste misure presentano.

Pensioni 2023 a 63 anni, come?

L’argomento principale del momento, oltre alla nuova sanatoria delle cartelle esattoriali del Governo è quello delle pensioni. Come andare in pensione nel 2023 è senza dubbio la domanda principale. Escludendo le misure fisse del sistema, cioè pensione di vecchiaia e pensione anticipata, il 2023 sarà l’anno della nuova quota 103. Serviranno oltre ad almeno 62 anni di età compiuti, anche 41 anni di contributi versati. Probabilmente serviranno 35 di questi 41 anni, come effettivi da lavoro. In pratica, 35 anni di contributi neutri rispetto a disoccupazione e malattia. Inoltre essendo una pensione per quotisti che prosegue il lavoro iniziato dal primo Governo Conte con la quota 100 e proseguito con il secondo Governo Conte con la quota 102, sarà in vigore pure il divieto di cumulo con altri redditi da lavoro. Unica eccezione era e resta quella del lavoro autonomo occasionale. Ma sempre entro la soglia dei 5.000 euro annui. Chi nel 2023 completerà 63 anni di età ed ha 41 anni di contributi versati, potrà avere accesso alla misura.

Come andranno in pensione i nati nel 1960?

Naturalmente potranno sfruttare l’uscita con l’Ape sociale tutti quelli che compiono 63 anni di età e che hanno 30 anni di contributi versati se sono alternativamente, disoccupati, caregivers o invalidi. E con 36 anni stessa possibilità per i nati nel 1960 che svolgono i lavori gravosi. In questo caso però fondamentale l’ultima parte della carriera. Diventano decisivi gli ultimi 7 anni di lavoro. Infatti il lavoro gravoso deve essere stato svolto per 6 degli ultimi 7 anni. In alternativa, si può rientrare nella misura con lavoro gravoso svolto per 7 degli ultimi 10 anni. Le pensioni 2023 Meloni, come vengono chiamate le nuove misure, partono proprio dalla conferma di quella misura che resta appannaggio però di una determinata platea. Anche l’Ape sociale diventa sostitutiva come quota 103, della alla pensione 2023 quota 102 che cessa il 31 dicembre prossimo.