Contrariamente a quel che si possa pensare andare in pensione nel 2023 non è poi così difficile. O almeno non è più difficile di quello che era lo scorso anno. Ed hanno possibilità di uscita i nati tra il 1956 ed il 1967. Ovvero coloro che nel 2023 compiranno tra i 59 ed i 67 anni. Esploriamo tutti quelli che sono i canali di uscita dal mondo del lavoro per quest’anno.
Pensioni 2023 per i nati nel 1956
Resta, ovviamente, la pensione di vecchiaia. E possono coglierla nel 2023 tutti coloro che compiono i 67 anni. In base al mese di nascita, quindi, quest’anno andranno in pensione tutti coloro che sono nati nel 1956 che hanno versato almeno 20 anni di contributi.
Fanno eccezione, naturalmente, i nati a dicembre del 1956 che potranno avere il pagamento della pensione di vecchiaia solo a partire dal 1 gennaio 2024.
Pensione anticipata per tutti gli altri
Chi non vuole attendere la pensione di vecchiaia può cogliere uno dei canali di uscita anticipata. Ovviamente se possiede i requisiti richiesti da una delle tante misure che la consentono.
Con 41 o 42 anni e 10 mesi di contributi versati donne e uomini, indipendentemente dall’età, potranno accedere alla pensione anticipata. E per chi ha iniziato a lavorare molto presto questo può accadere anche prima del compimento dei 60 anni. Senza penalizzazioni sul calcolo della pensione.
Per cogliere il pensionamento nel 2023 è necessario, però, che l’inizio dell’attività lavorativa si collochi nel 1980 per gli uomini e nel 1981 per le donne. E che sia stata senza interruzioni e senza buchi contributivi.
Questo significa che chi ha iniziato a lavorare a 14 o 15 anni può tranquillamente uscire dal mondo del lavoro a 57/58 anni di età. Rientrerebbero in questa casistica i nati nel 1966/1967.
Stesso discorso vale per la quota 41 per lavoratori precoci che richiede 41 anni di contributi e almeno 12 mesi versati prima dei 19 anni di età. E l’appartenenza ad un profilo di tutela: caregiver, invalidi, usuranti, gravosi e invalidi.
Ape sociale per i nati nel 1960
Per chi è nato nel 1960 quest’anno è stata rinnovata la possibilità di uscire dal mondo del lavoro con l’Ape sociale che richiede, come ben sappiamo, 63 anni. La misura è aperta a disoccupati, invalidi, caregiver e gravosi e richiede nei primi 3 casi 30 anni di contributi, nell’ultimo 36 anni. Solo per gli edili bastano 32 anni di contributi.
Per le donne è previsto uno sconto contributivo di 1 anno per ogni figlio avuto fino ad un massimo di 2 anni. Il che significa che le lavoratrici con almeno 2 figli possono accedere alla misura con 28 o con 34 anni di contributi, in base al fatto che siano disoccupate, invalide, caregiver oppure gravose.
Per lavoro usurante possono uscire i nati nel 1961 e 1962
Con la quota 97,6 riservata solo ai lavoratori usuranti, si può cogliere la pensione a 61 anni e 7 mesi con almeno 35 anni di contributi. La somma tra età e contributi deve restituire il numero 97,6. A questa misura quest’anno possono ambire i nati nel 1961 e 1962. Ma attenzione, la domanda di riconoscimento di diritto alla pensione usuranti deve essere stata presentata lo scorso anno.
La tanto discussa Opzione donna per le nate tra il 1962 ed il 1964
Quest’anno l’Opzione donna va in base ai figli. E possono accedere a 58 anni, le nate nel 1964, solo:
- Le lavoratrici disoccupate, indipendentemente dai figli;
- Le caregiver e invalide con almeno 2 figli.
Le nate nel 1963, a 59 anni, possono accedere se invalide e caregiver e con almeno un figlio. Tutte le altre, sempre se invalide e caregiver, possono accedere anche senza figli a 60 anni. A tutte sono richiesti almeno 35 anni di contributi.