Pensioni 2025: ecco le date di nascita dei lavoratori che andranno in pensione Pensioni 2025: ecco le date di nascita dei lavoratori che andranno in pensione

Pensioni 2024, aumentano i requisiti ma nessuno lo dice

Come aumenteranno i requisiti delle pensioni nel 2024.

Le pensioni di vecchiaia e le pensioni anticipate sono le due misure più importanti nel nostro sistema previdenziale. Due misure strutturali che potranno essere usate anche nel 2024. Ma ci sono alcuni appunti da muovere. Comunemente si dice che le pensioni di vecchiaia e quelle anticipate, hanno i requisiti congelati fino al 2026. Ma si fa riferimento solo alla questione dell’aspettativa di vita. Perché è vero che le pensioni, anche se sono sempre collegate alle aspettative di vita, non verranno più adeguate fino al 2026 dopo lo scatto di 5 mesi del 2019, ma ciò non vuol dire che i requisiti non saliranno lo stesso. E non ci riferiamo certo al fatto che per le pensioni anticipate già nel 2023 è stata introdotta la finestra di 3 mesi che di fatto, pur non intaccando i requisiti, ha portato la pensione a 43,1 anni di contributi per gli uomini. Molti infatti in attesa del primo rateo di pensione, restano a lavorare nonostante abbiano completato i 42 anni e 10 mesi di contribuzione. Ma c’è dell’altro per le pensioni 2024, aumentano i requisiti ma nessuno lo dice, questo è un dato di fatto e adesso vedremo il perché.

Pensioni 2024, aumentano i requisiti ma nessuno lo dice, perché non è popolare dirlo

Le pensioni di vecchiaia oggi si centrano con 67 anni di età e 20 anni di contributi. Infatti è dal 2019 che queste sono le soglie anagrafiche e contributive da completare per la pensione. E sarà così fino al 2026, perché probabilmente dal 2027 si salirà di ulteriori 2 mesi. Le pensioni anticipate sempre dal 2019 e sempre fino al 2026, saranno fruibili con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Ma dal 2023 c’è la finestra di 3 mesi, che significa decorrenza della prestazione posticipata di 3 mesi. Un problema questo, perché per evitare cali reddituali dovuti a 3 mesi di attesa, i lavoratori spesso hanno optato per continuare a lavorare fino ai 43,1 o 42,1 anni di contributi. Non il classico inasprimento scritto da una norma, ma un aumento dei requisiti celato. Ma c’è di peggio. Perché anche se non per l’aspettativa di vita, nel 2024 alcuni lavoratori subiranno un inasprimento dei requisiti per lasciare il lavoro. Sulle pensioni 2024, aumentano i requisiti ma nessuno lo dice, e non si tratta di contributi ed età.

La pensione 2024 diventa difficile da centrare

pensioni

I requisiti per andare in pensione sono identici per tutti, ma tra chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 e chi dopo, la pensione di vecchiaia cambia in maniera netta. Ed è questa differenza che genera l’inasprimento dei requisiti di cui nessuno parla. Per chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995, la pensione di vecchiaia resta fruibile a 67 anni di età e con 20 anni di versamenti. Ma solo se la pensione è di importo pari o superiore ad 1,5 volte l’assegno sociale. Nel 2023 quindi in pensione ci vanno quelli che hanno il primo contributo a qualsiasi titolo versato successivo al 31 dicembre 1995, con:

  • 67 anni di età;
  • 20 anni di contributi;
  • pensione pari o superiore a 754,91 euro.

Questo perché l’assegno sociale 2023 è pari a 503,27 euro al mese. Un importo che nel 2024 cambierà, aumentando probabilmente del 6% o giù di lì (tasso di inflazione stimato del 5,9% oggi). Significa che si arriverà a 533,47 euro di assegno sociale. Nel 2024, sempre per chi ha iniziato a versare dopo il 1995, la pensione di vecchiaia si centrerà con:

  • 67 anni di età;
  • 20 anni di contributi;
  • pensione pari o superiore a 800,20 euro.

Parlare di aumento dei requisiti quindi non è certo fuori luogo, soprattutto perché aumentano le persone che vanno in pensione privi di contributi prima del 1996.