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Pensioni 2024, ecco cosa cambia da quota 103 a quota 104

La guida al calcolo delle differenze tra la pensione con quota 103 e quella con quota 104.

Una delle novità del governo si chiama quota 104. Una misura che si affianca a quella per le donne e per gli ex beneficiari dell’Ape sociale e che hanno tutte 63 anni di età minima per essere sfruttate. La quota 104 però si affianca alla quota 103, che è la misura che oggi consente di uscire a partire dai 62 anni. Ma che differenze ci sono tra quota 104 e quota 103?

Pensioni 2024, ecco cosa cambia da quota 103 a quota 104

Anche se per essere precisi dobbiamo attendere le istruzioni e la conferma definitiva della legge di Bilancio, possiamo già dire che una sola cosa c’è di identico tra quota 104 e quota 103, e parliamo della carriera contributiva necessaria per entrare in pensione con le due misure. Servono 41 anni di contributi in ogni caso. La quota 103 però parte dai 62 anni, mentre la quota 104 dai 63 anni. Pertanto, nel 2024 potranno sfruttare entrambi i canali di uscita i lavoratori. Ma perché uno dovrebbe sfruttare la quota 104 a 63 anni se può andare in pensione anche a 62 anni con la quota 103? Una domanda lecita questa, ma la cui risposta deriva dalle novità introdotte proprio per la quota 103 che scade il 31 dicembre ma che probabilmente, resterà attiva ancora nel 2024.

Differenze tra quota 103 e quota 104

A livello generale, uscire a 62 anni rispetto ai 63, cambia l’importo della pensione perché così funzionano le regole di calcolo degli assegni. I coefficienti di trasformazione dei contributi in pensione, favoriscono chi esce più tardi come età. Per questo, uscire a 63 anni è meglio che farlo a 62. Poi c’è la questione dei contributi, perché è naturale che chi arriva a 41 anni ma decide di posticipare l’uscita dai 62 anni di quota 103 ai 63 di quota 104, lavora un anno in più e versa un anno in più di contributi. Ma poi ci sono le novità del governo. Che per la quota 103 parlano di penalizzazioni e per la quota 104 anche di bonus. Infatti pare che chi resterà al lavoro nonostante possa uscire con la quota 103, scegliendo quindi la quota 104, per l’anno di lavoro in più godrà del cosiddetto Bonus Maroni. Si tratta dello sgravio contributivo della quota a carico del lavoratore che quindi resterà in busta paga. Per giunta, pare certo che chi invece decide di entrare in pensione con la quota 103, subirà una netta penalizzazione di assegno.