Si può andare in pensione a 67 anni di età con la pensione di vecchiaia ordinaria. Oppure a 64 anni con le pensioni anticipate contributive o ancora senza alcun limite di età con le anticipate ordinarie. E poi si può uscire dal lavoro a 62 anni con la Quota 103, a 63 anni e 5 mesi di età con l’APE sociale e così via dicendo. Tradotto in termini pratici, le misure di pensionamento sono varie, sono tante e sono largamente diffuse. Solo che tra la miriade di prestazioni, misure e requisiti da completare, si corre il rischio di perdere qualcosa per strada. Nella migliore delle ipotesi si prende una prestazione più bassa di quella spettante. Nella peggiore delle ipotesi, si perde il diritto alla prestazione, rimandando anche di molti anni l’uscita. Questo vale anche per le pensioni 2024. Pertanto, ecco gli errori che fanno perdere la pensione o la fanno prendere più bassa.
A 65 anni se puoi prendere la Quota 103 significa che forse avevi diritto alla Quota 100
A 65 anni di età, cioè chi è nato nel 1959, il 2024 potrebbe essere l’anno giusto per la pensione con la Quota 103. Infatti se è vero che per questa misura servono almeno 62 anni di età, chi è nato nel 1959, ha superato il primo requisito utile alla misura. Per prendere la pensione con Quota 103 però, serve pure arrivare a 41 anni di contributi. E bisogna arrivarci entro la fine del 2024. L’uscita dal lavoro, con la combinazione 65+41 è possibile purché dei 41 anni di versamenti 35 siano effettuati da lavoro, senza cioè i figurativi da disoccupazione o malattia. La pensione di Quota 103 però è penalizzata da due fattori. L’importo massimo fruibile con questa pensione è fino a 4 volte il trattamento minimo INPS del 2024 (poco meno di 600 euro al mese). Il calcolo della prestazione poi è solo contributivo. Ma chi è nato nel 1959 e nel 2024 completa 41 anni di contributi, se non ha problemi sui 35 anni di contributi effettivi, avrebbe una possibilità che pochi considerano. Potrebbe infatti prendere la pensione con Quota 100, senza calcolo contributivo e senza tetto massimo di pensione da rispettare. In pratica, senza i vincoli di Quota 103.
Ecco altri errori marchiani da non commettere
Un bel vantaggio questo. Se diciamo per le pensioni 2024, ecco gli errori che fanno perdere la pensione o la fanno prendere più bassa, il primo riferimento è a questo. Perché chi entro la fine del 2024 completa la combinazione 65+41, significa che il 31 dicembre 2021 aveva completato la combinazione 62+38. E significa che poteva lasciare il lavoro con Quota 100 già nel 2021. Il suo diritto resta cristallizzato e quindi sfruttabile nel 2024 al posto di Quota 103. L’errore prima citato non fa perdere il diritto ad andare in pensione, ma garantisce una pensione più bassa. Diverso il caso di chi, senza capire bene come funzionano le regole, decide di riscattare un anno di contributi del passato, come può essere il servizio militare per esempio. Anche in questo caso parlare di errore può sembrare una esagerazione ma così non lo è. Perché se il diretto interessato è nato nel 1960, ha maturato oltre 20 anni di contributi ed ha il primo accredito dopo il 1995, riscattando il militare o qualcos’altro, se precedente al 1996, perde lo status di contributivo puro. Perde il diritto alla pensione anticipata contributiva che come tutti sanno si centra a 64 anni di età. La misura vale solo per chi ha contributi dopo il 1995, ed anche un contributivo figurativo precedente, esclude dal vantaggio della pensione a 64 anni con 20 di contributi.