Nuova manovra di Bilancio ed autentico terremoto per le pensioni. Perché peggiora davvero tutto per le quiescenze dei lavoratori. Si allontanano in maniera netta le pensioni da molti contribuenti. Non c’è un solo provvedimento che migliora la situazione di oggi o forse c’è solo quello della cancellazione del vincolo della pensione minima da 1,5 volte l’assegno sociale per i contributivi puri. In barba a tutti i progetti di flessibilità dai 62 anni, quota 41 per tutti, pensioni part time e così via dicendo.
Pensioni 2024: ecco tutto quello che peggiora rispetto ad oggi
Le uniche cose che il governo non ha intaccato nel 2024 saranno le pensioni anticipate e le pensioni di vecchiaia, ma nelle forma ordinarie e strutturali. Per il resto, peggiora tutto. Infatti le tante misure che consentivano anticipi sulle quiescenze valide nel 2023, diventano più ardue da sfruttare. A volte per i contributi, in altre circostanze per l’età. Oltretutto, si pongono le basi anche per ulteriori inasprimenti negli anni a venire.
Anche le pensioni di vecchiaia e anticipate peggiorano, ma dal 2025
Il decreto n° 4 del 2019 aveva bloccato il collegamento delle pensioni anticipate con l’aspettativa di vita fino al 31 dicembre 2026. Adesso il governo decongela questo aspetto e rende lo stop valido fino al 31 dicembre 2024. Significa che nel 2025 probabilmente ci saranno 2 mesi in più per l’età pensionabile di oggi che passerebbe da 67 anni a 67 anni e 2 mesi. E per le pensioni anticipate che passerebbero da 42,10 anni per gli uomini a 43 anni, mentre per le donne da 41,10 a 42 anni.
Opzione donna, sale l’età di uscita
Opzione donna doveva essere cessata, invece potrebbe essere confermata di un anno. Stesse platee limitate a invalide, caregivers, disoccupate o alle prese con crisi aziendali al Ministero. Cambia però l’età di uscita. Per lavoratrici che rientrano nelle 4 categorie prima citate, senza figli avuti, l’età passa da 60 a 61 (anche se per disoccupate o addette di aziende in crisi il rapporto con i figli avuti non vale). Con un solo figlio si passa da 59 a 60 anni e con due o più figli si sale da 58 a 59 anni. Resta intatto solo il requisito contributivo dei 35 anni.
Dalla vecchia Ape sociale alla nuova pensione a 63 anni
L’Ape sociale dovrebbe essere sostituita da una nuova misura strutturale, per le stesse categorie della precedente. Quindi, invalidi, disoccupati, caregivers e lavori gravosi. Ma cambia l’età di uscita che da 63 anni esatti passa a 63 anni e 5 mesi. Inoltre, per invalidi, disoccupati e caregivers, non basteranno più 30 anni di contributi ma ne serviranno 36 come anche l’APE sociale prevedeva per i lavori gravosi.
La nuova quota 104, cosa cambia rispetto ad oggi?
Quota 103 che nel 2023 ha consentito pensionamenti a 62 anni di età con 41 anni di contributi diventa quota 104. Serviranno adesso 41 anni di contributi insieme a 63 anni di età. Ma la pensione verrà tagliata di una percentuale (forse il 4%), per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni. Un taglio che la quota 103 non prevedeva. Inoltre cambiano le finestre mobili per queste misure. Si passa da 3 a 6 mesi per i lavoratori del settore privato e da 6 a 9 mesi per quelli del settore pubblico.
Pensioni contributive più complicate nel 2024
E peggiora anche la situazione per le pensioni contributive a 64 anni di età. Infatti chi non ha contributi versati fino al 31 dicembre 1995, può andare in pensione con le anticipate contributive. Bastano 64 anni di età e 20 anni di contributi. Ma serve che la pensione sia pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Ma dal 2024 quest’ultimo requisito si inasprisce. Infatti si passerà a 3,3 volte l’assegno sociale. In altri termini, sale la pensione minima da ottenere per poter lasciare il lavoro a 64 anni di età.