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Pensioni 2024, si potranno recuperare 5 anni di contributi con la nuova pace contributiva

Torna la pace contributiva e c’è chi può recuperare 5 anni di contributi per la propria pensione.

Per andare in pensione in Italia c’è bisogno sempre di avere una determinata carriera contributiva maturata. Escludendo la pensione anticipata ordinaria o la pensione con quota 41 per i precoci, i due requisiti si incastrano praticamente sempre. Quindi, raggiunta una determinata età bisogna raggiungere anche una determinata soglia contributiva. Altrimenti solo l’età non conta. Questo vale per esempio, per le pensioni di vecchiaia che si centrano a 67 anni ma solo con 20 anni di contributi. Ma se una persona pur raggiungendo la giusta età ha delle carenze contributive forse adesso potrà metterci una pezza. Perché pare che per le pensioni 2024 torna la pace contributiva.

Pensioni 2024, torna la pace contributiva, ecco di cosa si tratta

La pace contributiva è stato un provvedimento del passato che ha riguardato i lavoratori privi di contributi previdenziali nel regime retributivo. Con pace contributiva si intende lo strumento attraverso il quale il contribuente poteva recuperare anni di vuoti contributivi, riempiendoli di tasca propria per renderli utili alle pensioni. Adesso nella bozza della legge di Bilancio, ecco ricomparire questo provvedimento. E per il 2024 e 2025 i contributivi puri potranno godere del privilegio, anche se oneroso, di recuperare fino a 5 anni di contributi.

Pensioni 2024, si potranno recuperare 5 anni di contributi con la nuova pace contributiva

Fino ad un massimo di 5 anni di contributi recuperabili se scoperti da contribuzione a qualsiasi titolo, questo è ciò che permette di fare la pace contributiva. Ed anche se i vuoti sono discontinui. L’importante è che ricadano tra il primo e l’ultimo periodo di copertura assicurativa. Il corrispettivo da pagare è a carico del lavoratore e potrà pagare tutto in unica soluzione o fino a 120 rate (10 anni). L’importante è che la rata non sia inferiore a 30 euro. In attesa dei chiarimenti, la nuova pace contributiva dovrebbe ricalcare la vecchia.

Pertanto si seguirà il DL n° 4 del 2019, il cosiddetto decretone che tra le altre cose inserì nel sistema la quota 100 e il reddito di cittadinanza. Quel decreto, offrì la possibilità di mettere a posto la carriera contributiva utile ad una determinata prestazione pensionistica per i contributivi puri. E con onere agevolato per i diretti interessati. Perché all’epoca si decise di rendere i soldi spesi per coprire i vuoti contributivi, detraibili dal reddito in 5 rate annuali di pari importo (in 5 730 consecutivi quindi), ed in misura pari al 50% dell’onere sostenuto.