Una figura sempre più rilevante quando si parla di pensioni è quella dei caregivers. Il ruolo dell’assistente familiare, dei carichi di cura e così via dicendo, è importante anche per chi cerca una strada per andare in pensione. Per la quiescenza come caregivers ci sono dei canali agevolati. Parliamo per esempio dell’Ape sociale e di quota 41. Ma sempre per esempio, le donne hanno dei vantaggi rispetto ai maschi perché per loro c’è una misura in più che si chiama opzione donna. Comunque, chi assiste un parente stretto invalido grave con cui convive da almeno sei mesi può avere accesso alle uscite tra i 59 e i 63,5 anni di età. Sempre che non rientri tra i precoci le cui uscite non hanno limiti anagrafici e possono essere sfruttate raggiungendo 41 anni di contributi versati.
Pensioni 2024, uscite tra i 59 e i 63,5 anni di età, basta avere un problema in famiglia
La pensione anticipata per le lavoratrici che assistono un parente disabile con cui dividono la stessa casa da almeno 6 mesi può essere percepita con 35 anni di contributi ed una età variabile in base al numero dei figli avuti. Infatti con due figli si può uscire a partire dai 59 anni di età, con un solo figlio a 60 anni e senza digli a 61 anni. Opzione donna però prevede che i contributi versati e la giusta età siano completati tutti entro la fine dell’anno precedente quello del pensionamento. Quindi sia l’età che i contributi devono essere completati entro la fine dell’anno 2023 per chi intende avvalersi dell’opzione oggi.
Quindi, se entro il 31 dicembre del 2023 sono stati raggiunti 61 anni di età e 35 anni di contributi versati, opzione donna è fruibile e lo stesso vale per i 59 o 60 anni per chi ha avuto dei figli come spiegato prima. Opzione donna prevede 12 mesi di finestra ed una prestazione calcolata interamente con il sistema contributivo.
Ape sociale nel 2024 per i caregivers
Con l’Ape sociale come caregivers non ci sono distinzioni di genere ed anche i requisiti sono identici tra uomini e donne. Servono almeno 63 anni e 5 mesi di età nel 2024 e almeno 30 anni di contributi versati. La misura viene corrisposta su 12 mensilità non avendo la tredicesima. Oltretutto non prevede le maggiorazioni sociali, gli assegni per il nucleo familiare e non prevede nessun adeguamento annuale al tasso di inflazione. Chi lascia il lavoro con l’Ape sociale non potrà svolgere attività di lavoro dipendente. Per il lavoro autonomo invece è consentito solo quello occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo. La prestazione non è reversibile e non può superare il tetto massimo di 1.500 euro al mese.