Pensioni 2025: Dall’INPS una pensione più alta ma anche una pensione 12 mesi prima, a te la scelta Pensioni 2025: Dall’INPS una pensione più alta ma anche una pensione 12 mesi prima, a te la scelta

Pensioni 2025: Dall’INPS una pensione più alta ma anche una pensione 12 mesi prima, a te la scelta

Pensioni 2025, continua la possibilità di una pensione più alta ma anche una 12 mesi prima dell’età pensionabile.

Ormai è chiaro ciò che riserverà la previdenza sociale l’anno prossimo con il pacchetto pensioni della legge di Bilancio. Alcune misure di pensionamento anticipato sono praticamente già confermate per il 2025. E saranno quindi perfettamente fruibili l’anno venturo.

Uno spaccato molto importante della società italiana è quello delle lavoratrici. E di agevolazioni per le lavoratrici, soprattutto per quelle con figli, il sistema ne prevede tante anche per il 2025.

Oggi analizziamo le agevolazioni che possono essere sfruttate tanto sulle pensioni di vecchiaia che sulle pensioni anticipate per le lavoratrici.

Pensioni 2025: Dall’INPS una pensione più alta ma anche una pensione 12 mesi prima, a te la scelta

Ottenere uno sconto sull’età per la pensione, anticipando le uscite. Oppure prendere una pensione più elevata, sfruttando alcune regole di pensionamento capaci di far lievitare gli assegni previsionali già alla fase della prima liquidazione.

Sono queste le due agevolazioni che riguardano le lavoratrici che nella loro vita hanno avuto la fortuna di diventare mamme.
Due diversi vantaggi, che deve essere la lavoratrice a scegliere. E sia per la pensione a 67 anni, cioè con la pensione di vecchiaia ordinaria che per quelle a 64 anni per le pensioni anticipate contributive.
Solo le lavoratrici che hanno l’iscrizione e quindi il primo accredito alla previdenza sociale obbligatoria successivo al 31 dicembre 1995 possono avere accesso a questa facoltà.

Quindi, nessun contributo, anche figurativo, volontario o da riscatto deve essere stato accreditato già alla data del 31 dicembre 1995. Una doppia agevolazione dicevamo che può determinare un più favorevole requisito di uscita dal mondo del lavoro, perché va ad incidere sull’età di uscita.

Oppure un miglior coefficiente di trasformazione del montante contributivo in pensione. E cioè un vantaggio in termini di importo della pensione.
E dal momento che parliamo di pensioni contributive, il cui calcolo è esclusivamente basato sull’ammontare dei contributi versati, ecco che il coefficiente è fondamentale per ottenere una pensione più alta. Perché è quel parametro con cui viene moltiplicato il montante dei contributi dopo essere stato rivalutato al tasso di inflazione.

Due diversi vantaggi e con assoluta flessibilità, la scelta è dei contribuenti

Due agevolazioni diverse dicevamo, alternative tra loro perché non sono tra loro cumulabili. Deve essere la lavoratrice a scegliere quale delle due è più conveniente per le sue esigenze. Se desidera uscire dal lavoro prima come età, o sfruttare una pensione più alta ritardando la quiescenza.

Partiamo dallo sconto sull’età pensionabile che vale sia per le pensioni di vecchiaia ordinarie e quindi sui 67 anni che per le pensioni anticipate contributive e quindi sui 64 anni di età.

Per le nuove iscritte, ovvero per quante hanno il primo accredito non antecedente il 1996, l’uscita per la pensione di vecchiaia può essere a partire dai 66 anni e non a 67 anni. Basta sfruttare lo sconto di 4 mesi a figlio avuto fino a massimo 12 mesi per chi ne ha avuti almeno 3.
Anziché uscire a 67 anni, una donna che ha avuto un solo figlio può anticipare a 66 anni e 8 mesi la pensione. Per le donne con due figli avuti l’età di uscita può essere anticipata di 8 mesi e cioè a 66 anni e 4 mesi. Per quelle con tre o più figli, ecco il vantaggio massimo dei 12 mesi, ovvero con una pensione già a 66 anni.

Se invece l’interessata guarda alla pensione anticipata contributiva a 64 anni, ecco che alle stesse condizioni si può anticipare a 63 anni, a 63 anni e 4 mesi o a 63 anni ed 8 mesi. Sia la pensione anticipata contributiva che la pensione di vecchiaia ordinaria, a 64 anni o a 67, con 4, 8 o 12 mesi di sconto, dal punto di vista contributivo prevedono sempre 20 anni come limite.

Il coefficiente migliore determina una pensione migliore, sia di vecchiaia che anticipata

L’alternativa alla riduzione fino a 12 mesi dell’età come spiegato nel paragrafo precedente, riguarda il calcolo della pensione che può essere nettamente più favorevole. Anche in questo caso, sia per le pensioni di vecchiaia ordinarie che per le pensioni anticipate contributive.

Una donna che ha avuto uno o due figli può andare in pensione a 64 anni di età con la pensione anticipata contributiva o a 67 anni di età con la pensione di vecchiaia ordinaria, oppure con 4 o 8 mesi di sconto come spiegato prima.

Ma se rinuncia a questo sconto, ecco che può godere di un calcolo della pensione con il coefficiente dei 65 anche uscendo a 64 anni. Per lo stesso meccanismo, chi rinuncia a 4 o 8 mesi di sconto sull’età ed esce con la quiescenza di vecchiaia ordinaria a 67 anni, può godere del calcolo della pensione come se uscisse a 68 anni.

Se i figli sono 3 o più di tre invece, il calcolo è ancora migliore. Ed a fronte di una uscita a 64 anni con la pensione anticipata contributiva il coefficiente usato è come quello dei 66 anni. Che diventa come quello dei 69 anni per le lavoratrici con 3 o più figli avuti che lasciano il lavoro con la pensione ordinaria di vecchiaia a 67 anni.