Ecco le pensioni flessibili 2025, come si potrà andare a riposto ed in quiescenza con una età tra i 62 ed i 64 anni. Ecco le pensioni flessibili 2025, come si potrà andare a riposto ed in quiescenza con una età tra i 62 ed i 64 anni.

Pensioni 2025 davvero flessibili, da 62 a 64 anni ecco come si può andare a riposo

Ecco le pensioni flessibili 2025, come si potrà andare a riposto ed in quiescenza con una età tra i 62 ed i 64 anni.

Il superamento della Riforma Fornero è rimasto una promessa elettorale del governo o è rimasto un obiettivo di legislatura? La domanda sorge spontanea dal momento che nessuna nuova riforma ha visto ancora i natali nel 2025. Ma non sono mancate alcune novità nel 2025. Tra conferme delle vecchie misure e piccoli ritocchi ad altre misure, possiamo dire che in effetti esistono pensioni 2025 davvero flessibili e da 62 a 64 anni. Certo, si tratta spesso di misure che riguardano pochi lavoratori o contribuenti. Con requisiti spesso limitati e particolari. Ma conoscendo bene le regole e questi requisiti, non mancano le sorprese. Con alcuni lavoratori e contribuenti che al posto di abbattersi dovrebbero pensare a come fare per lasciare finalmente il lavoro.

Pensioni 2025 davvero flessibili, da 62 a 64 anni ecco come si può andare a riposo

Il governo ha introdotto una specie di pensione flessibile a partire dai 64 anni di età passando dalla previdenza integrativa. Dopo la manovra di Bilancio sono più facili le pensioni a 62, 63 e 64 anni di età. Perché? Il motivo è che nel 2025 a queste età ci saranno soggetti che riusciranno a lasciare il lavoro. Parlare di flessibilità è giusto o no? A dire il vero la vera flessibilità significa dare a tutti i lavoratori indistintamente la facoltà di scegliere quando uscire dal lavoro, come uscire e con che misure. La flessibilità di oggi invece è limitata a poche categorie che possono rientrare in queste misure di cui adesso andremo a parlare. In un sistema pensionistico basato sul calcolo contributivo la pensione deve essere flessibile per tutti. Perché con il sistema contributivo più contributi si versano nel montante più si prende di pensione. e chi esce prima naturalmente smettendo di versare prende meno. Ma deve essere una libera scelta. In definitiva, tutti dovrebbero poter scegliere se uscire con le pensioni a 62, 63 e 64 anni, senza dover arrivare ai 67 della pensione di vecchiaia. Una facoltà che però, anche se non si dovrebbe parlare di vera flessibilità, per alcuni esiste per davvero.

Ecco le varie misure che consentono di anticipare la pensione

Ogni anno vengono introdotte diverse novità e a volte diverse misure tampone. Si tratta perlopiù di piccoli interventi che però estendono la possibilità a qualcuno di uscire dal lavoro in anticipo. Così sono nate la quota 41 per i precoci, l’Ape sociale, opzione donna, le varie quota 100, 102 e 103 e per finire alle recenti novità della pensione a 64 anni con 25 anni di versamenti passando però da una specie di cumulo tra previdenza obbligatoria e previdenza complementare. E così nel 2025 le pensioni a 62, 63 e 64 anni saranno possibili e con diverse vie. Perché la stragrande maggioranza delle misure prima elencate, sono ancora in vigore oggi.

In pensione a 62, 63 o 64 anni nel 2025, cosa serve davvero?

A 63 anni e 5 mesi di età si potrà uscire con l’Ape sociale anche nel 2025. La misura è stata confermata in toto. E quindi possono sfruttare quanti appartengono a determinate categorie quali solo gli invalidi, i disoccupati, i caregivers o gli addetti ai lavori gravosi. Servono però tra i 30 ed i 36 anni di contributi in base alla categoria di appartenenza. Stessa identica platea per la quota 41 per i precoci che non ha limiti anagrafici. Basta maturare di questi 41 anni, almeno un anno prima dei 19 anni di età ed almeno 35 anni effettivi da lavoro.

Nel 2025 ci sarà anche la pensione a 62 anni con la quota 103. Proprio questa misura viene chiamata flessibilità in uscita e si centra con almeno 41 anni di versamenti. La novità del governo invece permette di andare in pensione con le anticipate contributive a 64 anni con 25 anni di contributi. Ma la misura prevede il raggiungimento di una pensione non inferiore a 3 volte l’assegno sociale. La trovata del governo è di permettere di aggiungere all’importo della pensione maturata con l’INPS, quella derivante dai fondi pensione integrativi.