pensione di vecchiaia pensione di vecchiaia

Pensioni 2025, ecco chi prenderà pochi spiccioli di aumento e perché i sindacati chiedono correttivi

L’aumento delle pensioni nel 2025, a partire dal mese di gennaio è ciò che molti pensionati aspettano. Perché si tratta del consueto adeguamento delle pensioni al tasso di inflazione. Negli ultimi anni i pensionati probabilmente si sono abituati ad aumenti cospicui, per via di una inflazione davvero enorme come registrato dall’ISTAT nel 2022 e nel 2023. Adesso però l’aumento del costo della vita sembra più lento, tanto è vero che il tasso di inflazione previsionale stimato è pari “solo” all’1,6%. Niente a che vedere con gli oltre 8 punti percentuali del 2022 e i quasi 6 punti del 2023. Il fatto che il potere di acquisto di stipendi e pensioni non sia calato nettamente perché l’inflazione è più bassa, se da un lato è una notizia positiva, da un altro lato non lo è.

Perché questo genererà un incremento delle pensioni a gennaio 2025 davvero basso. Figuriamoci per i pensionati che non hanno nemmeno diritto alla indicizzazione piena dei trattamenti.

Pensioni 2025, ecco chi prenderà pochi spiccioli di aumento e perché i sindacati chiedono correttivi

Il meccanismo con cui le pensioni vengono adeguate all’aumento del costo della vita è particolare. Perché non prevede un aumento delle pensioni in misura pari al tasso di inflazione stimato dall’INPS. Almeno non per tutti i pensionati.

Oltretutto, come accennato in premessa, il tasso di inflazione che l’INPS adotterà per gli incrementi da gennaio 2025 è davvero basso. Su una pensione da 1.000 euro per esempio, l’aumento sarebbe di 16 euro al mese. Per esempio, l’Assegno Sociale che è salito dal 2022 al 2023 di circa 35 euro, passando da 468,11 a 503,27 euro al mese.

Nel 2024 lo stesso assegno sociale invece è passato da 503,27 euro al mese a 534,41 euro mensili. Altri 31 euro in più. Nel 2025 l’assegno sociale in virtù del già citato aumento dell’1,6% salirà a 543 euro circa, meno di 10 euro di aumento.

Rivalutazione delle pensioni monca per questi pensionati


Tornando alla rivalutazione delle altre pensioni, è evidente che gli aumenti, per certi versi, saranno irrisori. Ed è altrettanto vero che andrà peggio a chi non gode, come anticipato, dell’indicizzazione piena.

Una cosa che i sindacati contestano, chiedendo che si adotti un meccanismo senza penalità per i pensionati, non come adesso che effettivamente c’è chi non è trattato allo stesso modo.

L’indicizzazione dei trattamenti segue la regola a scalare, nel senso che solo determinati pensionati hanno diritto all’indicizzazione piena della loro pensione. In pratica, solo alcuni godranno di un incremento, di per sé già basso, pari all’1.6% Per gli altri ancora meno. E se una pensione di 500 euro sale di soli 8 euro, ancora peggio in proporzione andrà a pensionati a cui il meccanismo della perequazione offre aumenti ridotti rispetto al tasso di inflazione.

Ecco come saliranno le pensioni da gennaio in base ai dati di oggi

Va ricordato infatti che solo le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo possono godere di un aumento al 100%. Per le pensioni sopra 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo e per quelle sopra 5 volte e fino a 6 volte, le percentuali di perequazione sono rispettivamente dell’85% e 53%.

In pratica una pensione netta intorno ai 1700/2.000 euro avrà un incremento di solo dell’1,36% mentre quelle un pò più alte avranno un incremento dello 0,85%. E più salgono le pensioni meno è l’incremento percentuale, che scende al 47% (0,75%) per le pensioni fino a otto volte il trattamento minimo, al 37% (0,59%) per quelle fino a 10 volte il minimo ed al 22% (0,35%) per quelle più alte.