Pensioni 3 mesi più tardi, penalizzati i nati nel 1960 a cui non basteranno 67 anni Pensioni 3 mesi più tardi, penalizzati i nati nel 1960 a cui non basteranno 67 anni

Pensioni 3 mesi più tardi, penalizzati i nati nel 1960 a cui non basteranno 67 anni

Pensioni 3 mesi più tardi, perché presto serviranno 67,3 anni di età e 43 anni e 4 mesi di contributi, ecco perché i penalizzati sono i nati nel 1960.

Era dal 2019 che non accadeva che i requisiti per le due misure ordinarie del sistema venissero ritoccati in peggio. Con il decreto numero 4 del 2019, lo stesso decreto che varò reddito di cittadinanza e quota 100, l’allora governo Conte uno, con Lega e M5S in maggioranza decretò l’addio alle pensioni a 66 anni e 7 mesi di età e il passaggio alle pensioni di vecchiaia a 67 anni valide anche nel 2025.
Non fu certo una colpa di quel governo l’aumento dei requisiti. Perché tutto parte dalle regole del sistema e dai requisiti per le pensioni che si adeguano alla stima di vita della popolazione che, se cresce, determina lo spostamento in alto delle asticelle da superare per andare in pensione. E non sarà colpa del governo, anche se dalle opposizioni e dai sindacati sicuramente inveiranno contro l’attuale esecutivo, per quello che adesso sembra stia maturando. Parliamo della notizia di cui stanno trattando i massimi organi di stampa e i media, dell’aumento di ulteriori tre mesi di questi requisiti. Anche stavolta dipende dai dati ISTAT sulla stima di vita in Italia.

Pensioni 3 mesi più tardi, penalizzati i nati nel 1960 a cui non basteranno 67 anni

Presto serviranno 3 mesi in più per andare in pensione al raggiungimento della solita età pensionabile. Probabilmente nel 2027 ci vorranno 67 anni e 3 mesi per le pensioni di vecchiaia. E ci vorranno 43 anni e 1 mese per gli uomini o 42 anni ed 1 mese per le donne, per le pensioni anticipate ordinarie senza limiti di età.
L’aumento del 2027 era una cosa già nell’aria, anche se a dire il vero mancando i decreti e i dati ISTAT ufficiale, al momento siamo solo nel campo delle ipotesi. Ma l’allarme è già scattato. Ed è stata la CGIL, come si legge sull’ANSA, a diramarlo.
Perché da alcune analisi si è notato che l’INPS ha aggiornato alcuni applicativi che simulano calcolo di trattamento e uscite dal mondo del lavoro per i contribuenti. E da questi applicativi è emerso che dal 2027 per andare in pensione ci vorranno 3 mesi in più. In pensione 3 più tardi, e penalizzati saranno i nati nel 1960 a cui non basteranno i 67 anni che bastano oggi.

Ecco chi dovrà arrivare a 67 anni e 3 mesi e lavorare fino alla soglia dei 43 anni e 4 mesi

I nati nel 1960 che compiono 67 anni di età nel 2027 per andare in pensione dovranno aspettare 3 mesi in più. Perché con le pensioni di vecchiaia con 20 anni di contributi, dovranno raggiungere 67 anni e 3 mesi di età anagrafica. E chi punta alle pensioni anticipate, dovrà aspettare sempre 3 mesi in più, perché dovrà lavorare fino a 43 anni e 1 mesi.

A dire il vero, su quest’ultima misura servono anche 3 mesi di finestra come oggi. Perché effettivamente visto che la decorrenza del trattamento è di 3 mesi posticipata, già oggi c’è chi resta al lavoro fino ai 43,1 anni di versamenti. E nel 2027 probabilmente dovrà aspettare di arrivare a 43,4 anni di contributi per lasciare il lavoro. Pensioni 3 mesi più tardi, ecco il vero pericolo.