Andare in pensione cinque anni prima rispetto ai requisiti ordinari sarà facoltà di molti lavoratori che troveranno nel 2023 alcuni canali di uscita vantaggiosi come forse mai prima d’ora. Innanzitutto il 2023 aprirà le porte della pensione ai lavoratori che rischiavano di finire dentro quello scalone di cinque anni che la chiusura di quota 100 aveva lasciato il primo gennaio 2022. Cinque anni di distanza tra chi era nato nel 1959 e chi invece era nato nel 1961. Uno scalone che adesso il governo ha deciso di risolvere varando una misura importante che servirà a molti lavoratori.
Pensione 5 anni prima e addio scalone
Nel 2021 è terminata l’esperienza della popolazione italiana con la quota 100, misura che permetteva di andare in pensione già all’età di 62 anni con 38 anni di contributi versati. La chiusura di quota 100 provocò successivamente, diverse difficoltà a quei contribuenti che per poco non l’avevano centrata. Infatti nel 2022, ecco entrare in scena la quota 102, che nonostante avesse nei 38 anni di contributi la soglia minima da versare, spostava a 64 anni di età l’uscita prevista. Tradotto in termini pratici, non mancarono i lavoratori che finirono dentro il cosiddetto scalone di cinque anni. Perché naturalmente, non raggiungendo i requisiti della pensione minima come previsto dalla quota 100 o dalla quota 102, dovettero tornare a guardare quasi esclusivamente alla pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni.
Le nuove pensioni 2023, perché quota 103 è fondamentale
Adesso si torna a poter uscire a 62 anni di età con una misura abbastanza flessibile anche se è limitata dai 41 anni di contributi necessari che sono davvero un limite per molti invalicabile. Ma ci sarà anche chi tornerà a poter andare in pensione dopo lo stop della quota 100 e della quota 102. Chi non potendo uscire con le due misure precedenti, ha continuato a lavorare, nel 2023 potrebbe aver raggiunto i 41 anni fatidici. E allora si che la quota 103 tornerebbe fruibile per le pensioni di molti.