Pensioni anche a 60 anni: riscatto gratis dei periodi di studio e addio alla riforma Fornero Pensioni anche a 60 anni: riscatto gratis dei periodi di studio e addio alla riforma Fornero

Pensioni a 60 anni nel 2024, ma con quanti anni di lavoro? ecco le ultime sulla riforma

Come potrebbe essere la nuova pensione a 60 anni di cui si parla oggi.

La riforma delle pensioni è senza dubbio priorità per il governo Meloni. Una urgenza dello Stato, che l’Esecutivo di Centrodestra si prefigge di portare a compimento. Appare evidente che la riforma delle pensioni resta complicata, con le vie ristrette che il Governo deve affrontare tra problemi di cassa e nuove misure da varare. Intanto però si parla di una possibile svolta con le uscite a 60 anni di età. Perché si parla di nuovo di una quota 96 e se si guarda alla misura del passato, questa è l’età minima di uscita.

Riforma delle pensioni, si uscirebbe a 60 anni, ma 35 anni non basterebbero comunque

pensioni 2024


La novità più importante del 2023 è stata la quota 103 che ha consentito ad alcuni lavoratori di uscire con 62 anni di età ma ben 41 anni di contributi. Sempre collegandosi alle quote, ecco che il futuro potrebbe essere quota 96. In questo caso, richiamando alla misura valida fino alla riforma Fornero del 2012, l’età di uscita sarebbe 60 anni. E la contribuzione minima sarebbe pari a 35 anni come una volta. Ma 60 + 35 non fa 96. E allora come si andrebbe in pensione con questa quota? Servirebbe utilizzare eventualmente le frazioni di anno, altrimenti con 60 anni di età potrebbero uscire solo quanti maturano 36 anni di versamenti.

Ma le penalizzazioni servono per rendere possibile la nuova pensione a 60 anni di età

Mandare in pensione chi ha 60 anni, con 35 o 36 anni di contributi resta sempre un serio problema. Perché se anche la quota 100 del passato fu tacciata di essere una misura che indebitava troppo lo Stato, figuriamoci una misura ancora migliore dal punto di vista dei requisiti di uscita. Ed ecco che si pensa a possibili penalizzazioni. Ma 60 anni sembra l’età giusta per consentire alle persone di lasciare il lavoro. Se è vero che l’assegno di inclusione che sostituirà il reddito di cittadinanza, considera chi ha compiuto 60 anni non attivabile al lavoro, ecco che qualcuno sostiene che a questo punto meglio mandare in pensione questi soggetti.