Il governo ha promesso a Bruxelles di abbassare la spesa pensionistica e salvaguardare le regole Fornero che sarebbero le uniche utili alla sostenibilità delle pensioni. Questo si legge in queste ore un po’ ovunque. Sempre il governo avrebbe confermato ai sindacati che nel 2025 non ci saranno riforme e che il sistema resterà uguale. Quindi, si profilano uscite ancora una volta con le regole odierne. Quindi, anche le pensioni a 62, 63 o 64 anni nel 2025 potrebbero essere una realtà. Ma chi potrà sfruttarle?
Pensioni a 62, 63 o 64 anni nel 2025
Come si andrà in pensione nel 2025 a 62, 63 o 64 anni? La domanda fino a qualche giorno fa non aveva ancora una risposta certa. Adesso invece molto è cambiato. Proprio alla luce della piega che sta prendendo la Legge di Bilancio su cui sta lavorando il governo. Infatti si allontanano le tante novità che dovevano essere introdotte. E su cui alcuni partiti della maggioranza del governo si erano spinti con le promesse. E si va sempre di più verso la conferma delle misure di oggi. Anche se in scadenza a fine 2024. Per esempio, non è più certo che la quota 103 verrà abolita. Se non si arriva alla quota 41 per tutti, allora è possibile che resti in campo la quota 103.
Quota 103 nel 2025, come funzionerebbe?
La pensione di quota 103 è in funzione dal 2023. Il primo anno ha funzionato in un modo, nel secondo è stata modificata per diversi suoi aspetti. I requisiti per accedere sono sempre i soliti e sono i 62 anni come età minima dal punto di vista anagrafico. Ed i 41 anni come soglia minima di contributi da versare.
Chi esce con la quota 103 non può svolgere attività lavorative, sia dipendenti che autonome. Il divieto di cumulare i redditi della pensione con i redditi da lavoro vale fino a 67 anni di età ed ha nel lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo l’unica eccezione.
Nel 2023 la pensione di quota 103 era a calcolo misto e non poteva superare come importo, le 5 volte il trattamento minimo. Nel 2024 la pensione è diventata a calcolo contributivo e non può superare le 4 volte il trattamento minimo INPS.
Nel 2023 le finestre per la decorrenza della pensione con quota 103 erano di 3 e 6 mesi rispettivamente per lavoratori del settore privato e lavoratori del settore pubblico. Nel 2024 si è passati sempre rispettivamente a 7 e 9 mesi.
Nel 2025 se tutto resterà confermato, saranno i requisiti del 2024 quelli da continuare a dover centrare anche l’anno venturo.
L’Ape sociale nel 2025, come funzionerebbe?
L’Ape sociale alla fine dovrebbe essere nuovamente confermata. Ogni anno di questi tempi si vocifera sulla fine dell’esperienza con l’anticipo pensionistico sociale da cui l’acronimo di Ape. Ed invece ogni anno viene prorogata. per quanto detto in premessa sulle difficoltà di andare a produrre una riforma delle pensioni degna di questo nome, ecco che l’Ape potrebbe tornare utile anche nel 2025.
Si andrebbe in pensione con 63 anni e 5 mesi di età come soglia anagrafica minima per la misura. Servirebbero sempre i soliti 30 anni di contributi per caregivers, invalidi e disoccupati. E servirebbero sempre i soliti 36 anni per chi rientra in una delle 15 attività di lavoro gravoso che vanno dai camionisti agli edili, dai maestri delle scuole dell’infanzia ai macchinisti dei treni e così via dicendo, passando per facchini, badanti, infermieri ed ostetriche.
Anche per l’Ape sociale dovrebbe essere in vigore il divieto di cumulo con altri redditi da lavoro come per la quota 103. La misura continuerebbe ad essere priva di tredicesima, assegni familiari, maggiorazioni, reversibilità e indicizzazione. E continuerebbe ad essere erogata fino ai 67 anni di età al massimo e con un importo non eccedente i 1.500 euro al mese.
La pensione anticipata contributiva a 64 anni di età pure nel 2025, come funzionerebbe?
Se l’Ape sociale e la quota 103 devono essere confermate e prorogate dai legislatori nella legge di Bilancio, per poter darle per attive anche nel 2025, per la pensione anticipata contributiva si può parlare già di certezza. Anche nel 2025 si andrà in pensione a 64 anni di età come limite minimo anagrafico e 20 anni di contributi come limite minimo contributivo. L’importante è che il primo accredito di contributi a qualsiasi titolo sia stato versato dopo il 31 dicembre 1995, a prescindere dalla tipologia di versamento.
Anche nel 2025 per andare in pensione con l’anticipata contributiva sarà necessario raggiungere un importo soglia della prestazione. Che deve essere pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale per tutti gli uomini e per le donne senza figli avuti. Pensione che deve essere pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale per le donne con un solo figlio avuto o 2,6 volte l’assegno sociale per le donne con due o più figli avuti.