Cristallizzazione del diritto è una definizione molto utilizzata per le pensioni anche se non tutti hanno ben chiaro cosa significa. In estrema sintesi, ci sono misure che garantiscono il trattamento previdenziale previsto anche negli anni successivi quelli del suo funzionamento. In pratica, la garanzia del trattamento ai lavoratori viene confermato per sempre anche se la misura nel frattempo scompare o semplicemente viene modificata. L’importante è che il lavoratore possa vantare il completamento dei requisiti previsti entro la data di funzionamento di una misura. Oppure entro la data in cui questa misura funzionava in un certo modo. Anche se la stragrande maggioranza delle misure previste prevede questo meccanismo, ci sono delle eccezioni. E c’è chi pensando male, rischia di perdere il diritto ad una pensione, semplicemente perché non l’ha sfruttata in tempo utile. Per esempio, possiamo dire che per le pensioni a 63 anni nel 2024, ora o mai più, perché c’è chi sbagliando, dovrà dire addio per sempre all’uscita anticipata. Perdendo come vedremo ben 4 anni.
Pensioni e cristallizzazione, alcuni esempi pratici
Per capire il sistema della cristallizzazione, meglio martire da alcuni pratici esempi. Partiamo da Opzione Donna. La pensione anticipata contributiva per le lavoratrici da due anni è stata nettamente cambiata. Oggi per andare in pensione con Opzione Donna bisogna aver raggiunto una età non inferiore a 61 anni, o non inferiore a 59 o 60 anni ma solo con determinate condizioni relative ai figli avuti. E la misura è diventata appannaggio solo di alcune categorie di lavoratrici, ovvero licenziate, alle prese con aziende in crisi, invalide e caregivers. Prima del 2023 invece bastava raggiungere 58 anni di età per le dipendenti e 59 anni di età per le autonome, e con 35 anni di versamenti il gioco era fatto. Oggi chi entro il 31 dicembre 2021 aveva già completato 35 anni di versamenti e 58 o 59 anni di età, non è assoggettata alle nuove regole e alla limitazione di platea.
La tutela della pensione dei quotisti
Questo è il meccanismo della cristallizzazione. Che si applica anche alle pensioni per quotisti. Perché anche se oggi si va in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi con la quota 103, se un lavoratore aveva ultimato 38 anni di contributi e 62 anni di età entro il 31 dicembre 2021, si può andare in pensione ancora oggi con la quota 100. Evidente quindi che la cristallizzazione vale per misure ancora in vigore ma cambiate come requisiti (Opzione Donna), che per misure ormai non più in vigore e sparite dal sistema (quota 100). Ma come vedremo le pensioni a 63 anni nel 2024 diventano l’unica opzione perché l’Ape sociale non prevede cristallizzazione.
Pensioni a 63 anni nel 2024, ora o mai più, ecco i nati nel 1961 che possono farcela
Chi può sfruttare le pensioni a 63 anni nel 2024, farebbe bene a farlo subito. Perché il meccanismo della cristallizzazione prima esposto e valido per Opzione Donna o quota 100, non vale per l’APE sociale. Per invalidi, caregivers, disoccupati e addetti ai lavori gravosi, nati nel 1961, meglio andare in pensione subito. Perché l’APE sociale scade il 31 dicembre 2024 e non è detto che sia confermata per il 2025. E non preservando il diritto, gli interessati rischiano di passare da una possibile pensione a 63 anni e 5 mesi (nel 2024 questa è l’età minima prevista per l’APE sociale), ad una a 67 anni, cioè 4 anni dopo. Ricordiamo che per andare in pensione con l’APE sociale oltre ai 63 anni e 5 mesi di età ed oltre ad appartenere a quelle 4 categorie prima citate, bisogna completare 36 anni di contributi se addetti ai lavori gravosi, o 30 anni per tutti gli altri.