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Pensioni a 64 anni nel 2022: 20 anni di contributi bastano ecco perché

Con la quota 102 si apre alla pensione a 64 anni, ma esiste già una misura che lo consentiva, e senza i 38 anni di contributi di cui si parla per la novità della legge di Bilancio.

Nella bozza della legge di Bilancio è comparsa come da programma la nuova quota 102, misura che andrà a sostituire la quota 100 per le pensioni. In pratica si passa da 62 a 64 anni come età pensionabile per la misura per quotisti. Ma a 64 anni di età si poteva uscire anche oggi e pure l’anno venturo, a prescindere dal quota 102. E non servivano nemmeno i 38 anni di contribuzione richiesti con l’ipotizzata nuova quota 102.

Da quota 100 a quota 102, uscita a 64 anni nel 2022

Al momento è solo una ipotesi inserita nella bozza della legge di Bilancio, ma la quota 102 è una misura che ha molte chance di essere inserita nel testo definitivo della legge di Stabilità. In pratica, si prosegue con la linea tracciata da quota 100, ma si inaspriscono i requisiti.

Con la quota 100 infatti si poteva andare in pensione con 62 anni di età e con 38 anni di contributi versati. Dal prossimo primo gennaio 2022 la quota 100 non esisterà più. E il suo posto verrà preso dalla quota 102, sempre che tutto venga confermato come dicevamo, dal testo definitivo della manovra.

Serviranno sempre 38 anni di contributi versati, ma non basteranno più 62 anni di età minima, ma 64.

A 64 anni in pensione senza quota 102, ecco come

A dire il vero a 64 anni esiste già una possibilità di pensionamento, e senza i 38 anni di contributi richiesti. SI tratta della pensione anticipata contributiva. Una misura strutturale che pertanto, può essere utilizzata anche nel 2022.

In pratica, si può uscire una volta raggiunti i 64 anni di età, con la stessa età contributiva della pensione di vecchiaia ordinaria, cioè con solo 20 anni di contributi. SI tratta di una misura che ad età anagrafica ed età contributiva, aggiunge però altri requisiti specifici.

Occorre infatti avere il primo versamento di contributi successivo al 31 dicembre 1995. Poi occorre riuscire ad ottenere al primo rateo di pensione, un assegno pari a 2,8 volte l’assegno sociale, cioè una pensione vicina a 1.280 euro al mese. Sono questi i vincoli che delimitano la platea dei potenziali aventi diritto, riducendola a chi ha carriere con stipendi elevati e che rientrano tra coloro che comunemente si chiamano contributivi puri.

Nello specifico la pensione anticipata contributiva si completa con:

  • 62 anni di età compiuti;
  • 20 anni di contribuzione minima versata;
  • Primo versamento a qualsiasi titolo a partire dal 1° gennaio 1996;
  • Pensione pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale vigente.