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Pensioni a 64 e 67 anni o a 71 anche alle badanti, ma come?

Quando possono andare in pensione le badanti e le colf e come possono farlo.

Andare in pensione è un diritto di qualsiasi lavoratore dipendente, E pertanto è un diritto anche delle tanto bistrattate lavoratrici domestiche. Badanti e colf infatti hanno diritto alla pensione dopo una determinata carriera lavorativa. La maggior parte delle lavoratrici del settore, soprattutto se straniere, hanno iniziato a lavorare in Italia dopo il 1995. Pertanto per loro non può che aprirsi l’occasione di andare in pensione con le misure che prevedono il calcolo contributivo della prestazione. Inutile parlare di pensioni retributive dal momento che sono una rarità quelle che possono vantare carriere lunghe 40 anni e iniziate prima di quell’anno. Bisogna parlare quindi di misure contributive, che però che approfondite soprattutto perché hanno diverse età di uscita e requisiti assai particolari. Infatti si parte da 64 anni e si finisce con i 71 anni di età.

La pensione anticipata contributiva delle badanti 

Le pensioni a 64 e 67 anni o a 71 anche alle badanti, come recita il nostro titolo tutto è tranne che una idea sbagliata. Anche le badanti infatti hanno diritto alla loro pensione per gli anni di lavoro svolti in Italia. Dal momento che come dicevamo, si tratta di lavori iniziati dopo il 1995 e quindi dentro il sistema contributivo, anche per le badanti si applica la pensione anticipata contributiva. Se dal punto di vista dei requisiti anagrafici e dei requisiti contributivi, è facile centrare l’obbiettivo, più difficile centrare il terzo requisito utile che resta quello della pensione pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Significa una pensione di circa 1.300 euro al mese, che presuppone uno stipendio anche più alto e per tutta la carriera. Una cosa non certo facile per le badanti che comunemente prendono di meno e pure abbondantemente di meno.

La pensione di vecchiaia ordinaria

Più facile centrare la pensione ordinaria per le badanti. Infatti, presupponendo sempre che la loro carriera sia iniziata dopo il 1995, a 67 anni si abbassa il requisito della pensione minima. Infatti a 67 anni con almeno 20 anni di contributi, per la pensione serve un assegno pari ad almeno 1,5 volte quello sociale. Significa una pensione inferiore a 710 euro al mese. Questo il requisito della pensione di vecchiaia per chi non ha versamenti prima del 1996. Solo all’età di 71 anni, quando a dire il vero, bastano 5 anni di contributi, il vincolo della pensione minima viene meno. A completamento delle informazioni va detto che l’assegno sociale più volte richiamato in questo articolo è pari a 468,28 euro al mese. Per questo, la pensione pari a 2,8 volte l’assegno sociale è esattamente 1.311,18 euro al mese. Quella pari a 1,5 volte invece è pari a 702,42 euro al mese.