Ci sono piccole sfaccettature nel sistema previdenziale italiano che impongono a determinati contribuenti di conoscere bene le normative in modo tale da sfruttare nel miglior modo possibile la loro uscita dal lavoro e il loro ingresso in quiescenza. Piccole normative che danno al diretto interessato alcune opportunità di scelta.
Per esempio, ci sono contribuenti che se sono arrivati a 64 anni di età o a 67 anni ed hanno maturato il diritto alla pensione, possono scegliere tra due diverse strade. Ed in entrambi i casi si tratta di soldi in più da prendere.
Infatti sulle pensioni a 64 o 67 anni, libera scelta tra 12 mesi di arretrati o una pensione più alta per i mesi successivi. Può sembrare strano ma c’è chi può scegliere.
Pensioni a 64 o 67 anni, libera scelta tra 12 mesi di arretrati o una pensione più alta
La pensione a 64 anni o la pensione a 67 anni sono accomunate da una cosa. Si tratta di due misure che hanno entrambe 20 anni come contribuzione minima da centrare. Per alcuni contribuenti che hanno il primo accredito successivo al 31 dicembre 1995, e che pertanto rientrano tra i nuovi iscritti (contributivi puri con primo versamento dopo l’entrata in vigore della riforma Dini), c’è la possibilità di andare in pensione anche a 64 anni senza dover attendere i 67 anni di età per la pensione di vecchiaia ordinaria. Per gli altri invece questa possibilità non c’è perché la pensione anticipata contributiva non riguarda i vecchi iscritti.
Detto questo, per chi non ha versamenti prima del 1996 c’è la possibilità di andare in pensione anche prima, cioè un anno prima. Sia rispetto ai 64 anni della pensione anticipata contributiva che dei 67 anni di età della pensione di vecchiaia ordinaria. La possibilità riguarda le donne che hanno avuto dei figli. E che possono scontare 4 mesi a figlio avuto fino a massimo 12 mesi per 3 o più figli avuti.
Pensioni anticipate e pensioni di vecchiaia come si fa
Chi ha già compiuto 64 anni di età e può andare in pensione con le anticipata contributive, o chi ha compiuto 67 anni di età e può andare in pensione con la vecchiaia ordinaria, può quindi scegliere di far partire la pensione un anno prima. Infatti in sede di presentazione della domanda viene richiesto di inserire il periodo di decorrenza.
Per le donne con figli quindi, spetta a loro indicare se desiderano far partire la pensione dal primo mese successivo alla data di maturazione dei requisiti che per loro parte dai 63 anni (se hanno avuto 3 figli almeno).
Ecco cosa deve spingere alla giusta scelta da parte del contribuente
Un’occasione favorevole per recuperare mesi arretrati di pensione. Ma perché questa sarebbe solo una facoltà e non una saggia e inevitabile decisione? Un dubbio lecito questo visto che chi non fa questa scelta si dà la “zappa sui piedi” come si dice in questi casi, perché perde soldi. La verità invece è un’altra.
Si tratta di una facoltà perché a 64 anni come a 67 anni, in presenza di figli, le interessate possono rinunciare alla decorrenza anticipata barattando con una pensione più alta come liquidazione. E per il resto della vita.
Sempre in sede di presentazione della domanda alla lavoratrice che si accinge a presentare la domanda di pensione viene chiesto di indicare se intende avvalersi del miglior calcolo della pensione. Infatti chi ha avuto fino a due figli può godere del calcolo della pensione con il coefficiente di un anno migliore rispetto a quello dei 64 e 67 anni.
Se invece i figli sono 3 o più il coefficiente è dei due anni migliore. In questi casi la lavoratrice può decidere quindi di barattare eventualmente gli arretrati di un anno per una pensione più alta per i mesi futuri.