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Pensioni a 70 anni e 25 anni di contributi, ecco la nuova riforma pensioni come funziona

Pensioni a 70 anni e 25 anni di contributi, figurativi ridotti e flessibilità con 38 anni, ecco la nuova riforma pensioni e come funziona.

Andare in pensione sarà sempre più complicato. Altro che superare la riforma Fornero. Più tempo passa, più proposte di riforma arrivano e peggio sembra prepararsi il campo alle nuove regole previdenziali. In effetti c’è il concreto rischio che la situazione rispetto ad oggi peggiori. Ed anziché cancellare la Fornero e inserire nuove e più favorevoli misure, potrebbe arrivare il momento di nuove e meno favorevoli misure. Esattamente il contrario di quello che i lavoratori si aspettavano.

Pensioni a 70 anni e 25 anni di contributi, ecco la nuova riforma pensioni come funziona

Sul Corriere della Sera ecco uscire un nuovo piano di riforma delle pensioni con notizie non certo positive per i lavoratori. Perché si parla di misure meno favorevoli, di età pensionabile che aumenta e di contribuzioni sempre più dure da raggiungere. Il tutto per via dei conti pubblici e della spesa previdenziale da contenere per fare in modo che non siano i giovani di oggi a pagare inevitabilmente dazio.
Ecco quindi che anziché quota 41 per tutti o una pensione flessibili a 62 o 63 anni si deve passare a pensioni a 70 anni. Si, esattamente 70 anni di età per la pensione di vecchiaia ordinaria. Un salasso rispetto ai 67 anni previsti oggi. Il perché lo si legge nelle pagine del sito del quotidiano prima citato. Perché con 20 anni di contributi versati oggi c’è gente che prende una pensione più alta di quella di cui sarebbe stato meritevole in base ai contributi versati. Si sostiene infatti che spesso ci sono contribuenti che non hanno mai presentato una dichiarazione dei redditi e che, pertanto, si ricordano di essere dei contribuenti solo quando è il momento della pensione. Gravando sulle casse dello Stato a cui non hanno mai contribuito. Nell’articolo del Corriere si contesta il fatto che ci sono altri Paesi dove si opera in anticipo e dove le autorità fiscali chiamano a rapporto cittadini che a 33 anni non hanno mai presentato le dichiarazioni dei redditi. In modo tale da chiedere a questi stessi cittadini, come hanno fatto a tirare avanti.

Cambiamenti in vista su contributi figurativi e misure

Il riferimento più evidente è all’assegno sociale. Perché anche senza versamenti a 67 anni ci sono soggetti che prendono l’ex pensione sociale. Ecco perché dovrebbe essere ridotto il tempo di fruizione di queste prestazioni per chi non ha mai contribuito. Come fare? la soluzione prima citata è portare l’età pensionabile e quidni anche l’assegno sociale a 70 anni. Senza considerare il fatto che anche per le pensioni di vecchiaia spesso ci sono titolari di trattamenti che dei 20 anni di contribuzione minima ne hanno versati molti figurativi, gravando sulle casse dello Stato due volte. Magari per disoccupazioni e malattie indennizzate che poi si tramutano grazie ai figurativi, in contributi utili al diritto alla pensione. Ecco che pertanto un’altra proposta è quella di portare a 25 anni la contribuzione minima per andare in pensione di vecchiaia. E in quella che a noi sembra un’autentica crociata contro i contributi figurativi ecco che si parla anche di portare la pensione flessibile a 64 anni ma con 38 di contributi di cui al massimo 3 anni di figurativi utilizzabili. E con una pensione non inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.