pensione anticipata 2023 futura pensione anticipata 2023 futura

Pensioni anticipate 2023, chi sono i grandi esclusi?

Due sono i grandi gruppi di esclusi dalla riforma pensioni 2023 e dal pensionamento anticipato. Facciamo un’analisi.

Non si fa altro che parlare delle possibilità che ci sono di andare in pensione nel 2023, ma si evita di parlare di quelli che sono stati i grandi esclusi dal pensionamento dalla Legge di Bilancio 2023.

Prime fra tutte le donne che attendevano l’opzione donna. Ma ci sono anche i nati nel 1957, scopriamo perché.

Le escluse dall’opzione donna.

Le più grandi escluse dall’ultima revisione ai pensionamenti, portata dalla legge di bilancio 2023, sono sicuramente le donne. 

O almeno quelle che attendevano di poter uscire quest’anno dopo aver raggiunto i requisiti dell’opzione donna nel 2022.

La modifica apportata alla misura dalla manovra, però, le ha escluse dal pensionamento.

Ora l’opzione donna è consentita a 58 solo alle disoccupate per crisi aziendale. O alle invalide o caregiver che abbiano almeno due figli. Con un figlio queste ultime andranno in pensione a 59 anni, in mancanza di figli a 60.

Si tratta di una modifica che ha ridotto moltissimi la platea delle beneficiarie della misura. E ha provocato,di fatto, moltissime cose esodate.

I nati nel 1957

Anche se in pochi ci hanno fatto caso dalla quota 103, praticamente sono stati esclusi i soli nati nel 1957. Un errore non di poco conto se si fanno bene i conti.

Tutti coloro che superano la quota 103, infatti, o sono già in pensione o possono andarci. Tranne i nati nel 1957.

I nati nel 1956 possono accedere alla pensione di vecchiaia, indipendentemente dal fatto che abbiano raggiunto o meno la quota 103.

I nati nel 1958 se hanno superato la quota 103, significa che hanno versato più di 38 anni di contributi e sono, quindi, rientrati (o possono farlo) nella quota 102 dello scorso anno.

I nati nel 1959, se hanno superato la quota 103, hanno versato più di 39 anni di contributi e, come sopra, hanno diritto alla quota 102.

I nati nel 1960, superando la quota 103, a 63 anni hanno più di 40 anni di contributi e rientrano, quindi, nella stessa quota 103. Idem i nati nel 1961, visto che rientrano nella quota 103.

I nati dal 62 in poi, avendo meno di 62 anni per superare la quota 103 devono avere più di 42 anni di contributi e quindi, hanno diritto alla pensione anticipata.

Gli unici che, pur superando la quota 103 devono attendere il pensionamento di vecchiaia sono i nati nel 1957: nel 2023 hanno 66 anni ma troppi pochi contributi per l’anticipo. Una dimenticanza non voluta? Non lo sappiamo ma sarebbe bastato davvero poco (a livello economico) per permettere a questi lavoratori di accedere al pensionamento. Visto che la normativa avrebbe dovuto permette l’anticipo a tutti coloro che hanno raggiunto o superato la quota 103.