Pensioni anticipate e novità previste per il 2025, cosa bolle in pentola? Difficile fare delle previsioni precise, ma senza ombra di dubbio la Legge di Bilancio porterà qualche novità in ambito previdenziale, giusto per non disattendere le aspettative dei lavoratori. Non bisogna aspettarsi degli interventi che cambino le sorti di molti, visto che gli anticipi dal prossimo anno saranno ancora più mirati.
Entro il 20 settembre il piano della riduzione del debito pubblico deve essere inviato a Bruxelles, in questo piano un posto determinante è occupato dalla spesa previdenziale per la quale esecutivo e forze politiche stanno già discutendo.
Quali saranno le novità messe in campo il prossimo anno, dopo la scadenza della quota 103, dell’Ape sociale prorogata e dell’Opzione donna ristretta?
Cosa bolle in pentola per le pensioni 2025?
Le prime indiscrezioni lasciano trapelare che il Mef non è disposto a mettere a disposizione della previdenza molte risorse, nonostante il buon andamento del gettito fiscale. La spesa per le pensioni nel 2023, infatti, ha avuto un aumento dell’8% a causa dell’inflazione. La spesa pensionistica, a giudizio del Ministro, non può essere aumentata al momento anche a causa delle poche nascite che si registrano in Italia.
Proprio per questo l’intenzione sembra essere quella di mettere in campo dei bonus specifici per far permanere i lavoratori in servizio ed evitare, quindi, l’anticipo della pensione.
I nuovi bonus, però, saranno mirati e destinati solo a categorie specifiche di lavoratori.
Che fine fa la quota 41 light?
Il sottosegretario al lavoro, Durigon, aveva avanzato la proposta di una quota 4 per tutti ma light, ovvero con un ricalcolo contributivo dell’assegno. La misura, però, richiede troppi fondi e proprio per questo il Mef non è favorevole ad attuarla.
Forza Italia, dal canto suo, vorrebbe che si smettesse di introdurre nuove misure con le quote e si destinassero i fondi per adeguare le pensioni minime. Questo, però, non esclude che possa essere prevista una quota 41 light destinata a poche e mirate categorie di lavoratori.
L’intenzione, in ogni caso, è di continuare quanto iniziato con la Legge di Bilancio 2024, ovvero prevedere incentivi, come il bonus Maroni, che possano incentivare la permanenza al lavoro.
Sul tavolo delle discussioni anche l’indicizzazione delle pensioni all’inflazione: per gli assegni più bassi (fino a 4 volte il minimo) sarebbe garantita l’indicizzazione completa, mentre per tutte le altre potrebbe essere prevista una restrizione.