Pensioni anticipate a 63 anni e pensioni di vecchiaia a 66 anni, la riforma è inutile per qualcuno Pensioni anticipate a 63 anni e pensioni di vecchiaia a 66 anni, la riforma è inutile per qualcuno

Pensioni anticipate a 63 anni e pensioni di vecchiaia a 66 anni, la riforma è inutile per qualcuno

Se un qualsiasi contribuente aspetta che il governo vari una riforma delle pensioni per poter lasciare il lavoro per esempio a 63 anni, probabilmente è fuori strada. Da quanto si apprende infatti per le pensioni la nuova legge di Bilancio potrebbe produrre due effetti.

O non si farà assolutamente nulla, rinnovando praticamente tutte le misure oggi presenti di cui qualcuna in scadenza il prossimo 31 dicembre. Oppure entreranno in campo alcune novità che però rischiano di non essere così favorevoli come invece ci si poteva immaginare. Eppure già oggi ci sono delle misure che se sapute sfruttare rendono la riforma inutile per quei lavoratori che possono andare in pensione anche oggi o al più nel 2025.

Pensioni anticipate a 63 anni e pensioni di vecchiaia a 66 anni, la riforma è inutile per qualcuno

Se dovessimo fare una analisi profonda del sistema previdenziale ci renderemo conto che la riforma delle pensioni, tanto attesa e tanto necessaria per superare la riforma Fornero, è una priorità solo per qualche lavoratore. Parliamo di chi conta di arrivare a 41 anni di contributi nel 2025 ma non rientra nei lavori gravosi, nei caregivers, negli invalidi o nei disoccupati, oppure non è un precoce (12 mesi di versamenti prima dei 19 anni di età).

Altrimenti per loro la pensione potrebbe essere comunque centrata grazie alla quota 41 per i precoci di oggi. Rendendo inutile la quota 41 per tutti che molti aspettano, anche perché dovrebbe essere penalizzante come calcolo visto che si parla di contributivo.
La riforma delle pensioni serve soprattutto per quanti non riescono a centrare le pensioni con i requisiti ordinari, sperando però che dalla riforma escano fuori misure vantaggiose e non quelle di cui si parla che finirebbero per aumentare i requisiti. Come per esempio le pensioni flessibili da 64 a 72 anni di cui da giorni si parla che vedrebbero a 25 anni e non a 20 anni il numero di contributi necessari.

Addio alla riforma? Per qualcuno non è una notizia terribile

Invece la riforma delle pensioni potrebbe addirittura non servire. Infatti c’è chi può godere già oggi senza riforme, di pensioni anticipate a 63 anni e pensioni di vecchiaia a 66 anni. Le donne per esempio, possono godere di un anticipo di 4 mesi a figlio avuto. E lo sconto per chi ha avuto più di tre figli vale esattamente un anno. Così per le lavoratrici c’è la possibilità di andare in pensione di vecchiaia già a 66 anni di età. E sempre con i soliti 20 anni di contributi. Oppure per le pensioni anticipate contributive che si centrano in genere con 64 anni di età e 20 anni di contributi, ma che alla luce dello sconto possono arrivare a 63 anni. Evidente che per soggetti di questo tipo, a prescindere dalla riforma in arrivo la pensione può comunque arrivare.

Misure anticipate non mancano, ecco perché la riforma delle pensioni può attendere

Naturalmente le donne lavoratrici con figli non sono le uniche persone che possono godere comunque di un pensionamento anticipato. Perché effettivamente di misure che già oggi portano a centrare l’obbiettivo ce ne sono tante. E sarà così anche nel 2025. A prescindere dalle nuove misure di una nuova potenziale riforma.

Che tra l’altro come abbiamo detto, tutto è tranne che sicura. E sopratutto con delle misure che tutto sono tranne che sicuramente favorevoli come uscite.