Per andare in pensione non è necessario per forza di cose superare i 40 anni di contributi versati come molti pensano. Naturalmente parliamo di pensione anticipate, cioè prima dei 67 anni di età quando la normativa vigente prevede che bastino 20 anni di contributi versati. Per le pensioni anticipate possono bastare a volte anche 30 anni di contributi. Ecco le persone che possono godere di un trattamento anticipato già a 63 anni con solo trent’anni di contributi.
Pensioni anticipate, bastano 30 anni di contributi ecco perché
Per poter andare in pensione con 30 anni di contributi, bisogna rientrare in alcune particolari categorie di lavoratori e sfruttare una misura altrettanto particolare. Con 30 anni di contributi versati infatti si può uscire dal lavoro già a 63 anni e mezzo di età con l’anticipo pensionistico sociale. La misura infatti prevede questi requisiti di accesso che garantiscono un anticipo di quattro anni circa rispetto all’età pensionabile di vecchiaia. Purtroppo la misura non è destinata alla generalità dei lavoratori ma solo a determinate categorie. Chi però rientra in una di queste categorie può godere di questo trattamento per tutti gli anni che rimangono fino ai 67 anni di età. Prendendo una prestazione fino a 1.500 euro al mese per 12 mesi all’anno. Per le pensioni anticipate, bastano 30 anni di contributi, ecco perché anche nel 2024 l’Ape sociale è una alternativa valida alle altre misure di pensionamento.
Pensione con 30 anni di contributi, ecco come funziona l’anticipata
Possono sfruttare questa prestazione con 30 anni di contributi versati gli invalidi. Bisogna però avere ottenuto una invalidità civile pari ad almeno il 74%. Per queste pensioni anticipate, bastano 30 anni di contributi quindi per chi ha ottenuto dalla Commissione Medica ASL la certificazione dell’invalidità civile richiesta. Un’altra categoria che può accedere a questa prestazione è quella dei caregivers. Bisogna in questo caso avere iniziato ad assistere un familiare stretto disabile grave da almeno sei mesi prima di presentare domanda di pensione. L’assistenza del familiare disabile si può dimostrare grazie alla convivenza con lo stesso familiare. In questo caso basta essere residenti nello stesso immobile con lo stesso numero civico, anche se in interni diversi. Infine possono accedere alla prestazione i disoccupati. Ma solo se sono disoccupati involontari che hanno percepito la Naspi per l’intera sua durata.