La pensione di vecchiaia si centra con 67 anni di età. La soglia è certa e fissa a tal punto che 67 anni sono l’età pensionabile vigente. Ma non mancano le soluzioni per uscire dal lavoro prima, a tal punto che c’è chi sottolinea il fatto che nonostante i 67 anni di età, l’età media del pensionamento in Italia è di almeno 4 anni più bassa. Ecco un sintetico spaccato delle possibilità di pensionamento a 62, 63 e 64 anni nel 2023 e quindi con un anticipo tra i 3 ed i 5 anni.
Pensioni anticipate fino a 5 anni prima, ma come a 62, 63 o 64 anni?
Bastano 62 anni di età oggi con la quota 103 per pensionarsi. Misura che riguarda chi è nato nel 1961 quindi, o prima. Infatti la misura ha l’età flessibile ma un requisito fisso che è quello dei contributi versati. Ne servono necessariamente 41. Di questi, 35 devono essere effettivi. Significa che di questi 35 non possono essere utilizzati i contributi figurativi da disoccupazione o da malattia. Non a 62 ma 3 mesi prima c’è lo scivolo usuranti. Basta completare la carriera minima richiesta pari a 35 anni e l’età minima dei 61,7 anni e il più è fatto. Bisogna appartenere a determinate categorie e completare pure la quota 97,6. Le categorie per questo scivolo sono:
- Addetti alle mansioni usuranti;
- Lavoratori notturni;
- Addetti alle linee a catena;
- Autisti dei mezzi di trasporto pubblico.
Pensioni anticipate, come guadagnare fino a 5 anni di anticipo
Il contratto di espansione è misura particolare. Ma anche se non tirano dentro le aziende, particolari sono anche l’Ape sociale e la pensione anticipata contributiva. Che rispettivamente fanno uscire dal lavoro a 63 e 64 anni di età. L’Ape sociale è destinata a determinate categorie. Parliamo di:
- Caregivers che da almeno 6 mesi assistono un parente disabile grave convivente;
- Invalidi con almeno il 74% di disabilità certificata INPS;
- Disoccupati;
- Lavoratori alle prese con mansioni gravose in 7 degli ultimi 10 anni di carriera o in 6 degli ultimi 7 anni.
Dicevamo che bastano 63 anni di età anche nel 2023, ma con 30 anni di contributi per le prime tre categorie e 36 per i gravosi (32 edili e ceramisti).
Per i contributivi 64 anni bastano per le loro pensioni
A 64 anni invece si può uscire con la pensione anticipata contributiva, che permette di lasciare il lavoro con 20 anni di contributi. Ma serve anche che il primo contributo versato sia dopo il 31 dicembre 1995 e che la pensione sia pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Vincoli e limiti quindi, ma che non riducono l’appetibilità di un anticipo pari a 3 anni per le pensioni.