Ci sono lavoratori che si trovano nella spiacevole condizione di non poter andare in pensione per qualche anno o addirittura per qualche mese di contributi in meno. Basta poco per trovarsi fuori dalla possibilità di uscita, per le pensioni anticipate o di vecchiaia, tanto ordinarie che in deroga.
Ma ci sono soluzioni atte a risolvere il problema. Ovvero a completare una carriera carente. E non necessariamente passando dal prolungamento della carriera, ovvero dal lavorare ancora per mesi o anni. Ci sono infatti quelle che vengono chiamate maggiorazioni.
E per le pensioni anticipate o di vecchiaia, dall’INPS 5 anni di contributi in regalo. Nel senso che sono contributi che vengono aggiunti all’estratto conto e che possono andare a garantire il diritto alla pensione che altrimenti verrebbe negato al diretto interessato.
Pensioni anticipate o di vecchiaia, dall’INPS 5 anni di contributi in regalo, ma per chi?
Per ogni misura previdenziale, il problema prima esposto può essere considerato. Chi non arriva ai 41 anni di contributi, non può andare in pensione con la relativa quota 41. Anche se mancano pochi mesi al completamento di questi contributi.
Lo stesso per chi non riesce, anche se di poco, a completare i 42,10 anni di versamenti per le anticipate degli uomini o i 41,10 anni di contributi per le anticipate della donne. Ma ripetiamo, la regola vale per tutte le misure indistintamente.
Vale per i 20 anni delle pensioni di vecchiaia ordinarie, delle pensioni anticipate contributive, dello scivolo per invalidità pensionabile. E vale perfino per misure come opzione donna dove servono 35 anni di versamenti o per l’Ape sociale dove invece ne servono 30 o 36 in base alla categoria di appartenenza.
Ecco cosa fare per completare la carriera e maturare il diritto alla pensione
In questi casi il lavoratore o prosegue a lavorare, andando a coprire gli anni mancanti, continuando a versare contributi. Oppure riesce a far valere di più i contributi che sono già stati versati. Perché ci sono alcune regole che permettono di considerare 1,5 volte un anno di contributi. Un anno che al posto di valere 12 mesi ne vale 18 mesi.
Anche se solo per il diritto alla pensione e non per il calcolo della prestazione. Alcune altre volte invece i contributi possono essere fatti valere 1,2 volte. Quando diciamo che sulle pensioni anticipate o di vecchiaia, dall’INPS 5 anni di contributi in regalo, parliamo proprio delle maggiorazioni contributive.
Ecco come far valere di più e meglio la propria carriera contributiva
Un extra valore ai contributi versati è quello che garantisce 2 mesi in più per ogni anno di contributi versati, fino a massimo 5 anni in più. Chi è stato riconosciuto invalido almeno al 74% da parte della commissione medica delle ASL, con tanto di certificazione rilasciata da questa commissione, può godere di 2 mesi di valore extra per ogni anno di lavoro svolto dopo il riconoscimento della disabilità.
La maggiorazione contributiva per invalidi infatti si applica per ogni contributo versato a partire dalla data di riconoscimento della disabilità. Quindi, chi è stato riconosciuto disabile a gennaio 2022, se lavora fino a gennaio 2025, anche se ha versato 36 mesi (tre anni pieni) di contributi effettivi, può far valere questi periodi come se fossero 42 mesi. Naturalmente anche se non si tratta di anno pieno, e quindi per periodi inferiori all’anno, la maggiorazione è calcolata sui periodi effettivamente svolti e sulle frazioni di anno.
Con questo strumento è possibile ottenere una maggiorazione fino a massimo 5 anni. Naturalmente per quanti hanno completato 25 o più anni di contributi dopo il riconoscimento dell’invalidità civile.
I contributi prima dei 18 anni valgono di più, ma non per tutti i lavoratori
La contribuzione figlia delle maggiorazioni è di fatto una contribuzione figurativa che vale per il diritto alla pensione ma non vale per l’importo del trattamento.
E se per gli invalidi un anno di versamenti vale 1,2 volte come spiegato prima, per i precoci vale addirittura 1,5 volte.
Il lavoratore che ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni di età, cioè prima di diventare maggiorenne, ha la facoltà di recuperare il 50% di valore in più sui periodi di versamento.
Quindi, un anno di versamento vale 18 mesi, due anni valgono 3 anni e così via. Ma se per gli invalidi il fattore determinante è la data del verbale di riconoscimento della disabilità, per i precoci tutto cambia. In questo caso la maggiorazione è destinata solo a soggetti che hanno il primo accredito dopo il 1995. Perché è un vantaggio che vale solo per i contributivi puri.