Diventano definitive le misure contenute nella Legge di Bilancio 2022 che, tra gli altri interventi contiene anche misura per il pensionamento a partire dal prossimo 1 gennaio 2022. Come tutti ben sappiamo, infatti, dal 31 dicembre 2021 la quota 100 andrà in scadenza e proprio per tamponare le conseguenze di ciò si è dovuto pensare ad introdurre una flessibilità in uscita che mitigasse un brusco ritorno alla Legge Fornero.
La riforma vera e propria, poi, è rimandata al 2023 e sarà oggetto di una trattativa tra governo e parti sociali.
Riforma pensioni 2022, cosa cambia dal 1 gennaio?
Con la scadenza di quota 100 sfuma la possibilità di andare in pensione con 62 anni di età e con 38 anni di contributi. La quota 100 dal primo gennaio prossimo, però, sarà sostituita dalla quota 102 per la quale serviranno 64 anni di età ed almeno 38 anni di contributi.
E’ pur vero che la quota 102 richiederà 2 anni di età in più rispetto alla quota 100 per accedere ma, guardando il bicchiere mezzo pieno, è pur sempre un anticipo di 3 anni rispetto alla pensione di vecchiaia.
Al momento la quota 102 è prevista per un solo anno e quindi permetterà l’accesso alla pensione solo a chi raggiungerà i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2022.
La misura non permetterà il pensionamento di una platea molto vasta di lavoratori ma si sottolinea che il diritto raggiunto entro la fine del 2022 potrà essere esercitato anche negli anni successivi.
Prorogata anche l’opzione donna che rimane con requisiti inalterati: saranno richiesti 35 anni di contributi e 58 anni per le lavoratrici dipendenti (per le autonome ne saranno richiesti 59). Entrambi i requisiti dovranno essere raggiunti entro il 31 dicembre 2021.
Per la decorrenza della pensione, poi, bisognerà attendere una finestra di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le autome. Si ricorda che per accedere a questa misura si dovrà accettare un ricalcolo interamente contributivo della pensione.
Proroga Ape sociale
L’Ape sociale, pur mantenendo invariata l’età di accesso a 63 anni, presenta nella proroga delle novità importanti. La platea dei beneficiari è stata ampliata permettendo l’accesso ad altre mansioni gravose che sono: professori di scuola primaria e pre-primaria; tecnici della salute; magazzinieri; professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali; estetisti; professioni qualificate nei servizi personali; artigiani, operai specializzati, agricoltori; conduttori d’impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali; operatori d’impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli.
Gli anni di contributi richiesti per l’accesso sono di 30 anni per disoccupati, caregiver e invalidi e di 36 anni per i lavoratori gravosi.
Solo per i lavoratori edili e i ceramisti saranno richiesti, invece, insieme ai 63 anni, solo 32 anni di contributi.