Anche nel 2025 ci saranno contribuenti che potranno andare in pensione con 20 anni di contributi. Perché nel nostro sistema pensionistico i 20 anni di contributi sono la soglia minima necessaria per riuscire ad andare in pensione con almeno un paio di misure. Sono infatti almeno due diverse misure che vedono nei 20 anni di versamenti quelli minimi da completare per andare in pensione con un’età che sulla carta è variabile dai 64 ai 67 anni ma che come vedremo, tra agevolazioni e sconti sull’età permettono di anticipare anche di molto l’età. Oggi nel nostro focus previdenziale parliamo proprio di pensioni con 20 anni di contributi, ecco come fare nel 2025 tra agevolazioni e sconti sull’età. E le sorprese sono davvero tante.
Pensioni con 20 anni di contributi, ecco come fare nel 2025 tra agevolazioni e sconti sull’età
A 67 anni c’è la pensione di vecchiaia che permette di andare a riposo con 20 anni di contributi. Ma sempre con questi 20 anni di versamenti c’è anche la pensione anticipata contributiva. Due diverse misure, che come vedremo, soprattutto per chi ha iniziato a versare dopo il 1995 aprono a discrete possibilità di uscita anche prima delle due età fisse prima citate.
E nel 2025 dopo alcuni interventi normativi che come vedremo sono molto favorevoli, i contribuenti hanno da scegliere. Ci sono in effetti alcune novità che non solo modificano il calcolo delle pensioni, ma che consentono a volte di andare in pensione prima, ma altre volte di mettere a rischio il diritto alla pensione. Ci sono novità sulle pensioni con 20 anni di contributi che possono essere considerate positive, ma altre assolutamente negative.
Pensioni con 20 anni di contributi con le due misure ordinarie da sfruttare
La pensione di vecchiaia consente di andare in pensione con 67 anni di età e con 20 anni di contributi. Ma se un contribuente ha iniziato a versare dopo il 31 dicembre 1995 per godere della quiescenza di vecchiaia è necessario che il trattamento sia almeno pari all’assegno sociale dal punto di vista dell’importo. Per le pensioni con 20 anni di contributi però possono bastare anche 64 anni di età. In questo caso si chiama pensione anticipata contributiva la misura. Questa è destinata esclusivamente ai contributivi puri. Che però per accedere devono raggiungere un trattamento non inferiore a 3 volte l’assegno sociale. Se il richiedente è una donna che ha avuto dei figli, la pensione anticipata contributiva si centra anche se l’importo della pensione è pari a 2,6 (con più figli avuti) o 2,8 volte l’assegno sociale (con un figlio avuto).
Agevolazioni e sconti sull’età per le pensioni con 20 anni di contributi
Per poter andare in pensione con 67 anni di età e con 20 anni di contributi con la pensione di vecchiaia o con 64 anni di età e 20 anni di contributi con le pensioni anticipate contributive però, sempre in base ai figli avuti le lavoratrici possono godere di diverse agevolazioni. Per le pensioni con 20 anni di contributi a prescindere da quale delle due misure si sceglie, ogni figlio vale 4 mesi di sconto sull’età pensionabile e nel 2025 si potrà arrivare a 16 mesi di sconto per chi ne ha avuti 4 o più. Permettendo uscite anche a 62 anni e 8 mesi o a 65 anni e 8 mesi rispettivamente per le pensioni di vecchiaia e le pensioni anticipate contributive.
Agevolazioni anche sulle regole di calcolo delle pensioni
Sempre sulle pensioni con 20 anni di contributi e sempre le donne, se hanno avuto due figli possono chiedere all’INPS di liquidare la pensione con dei coefficienti migliori, perché uscendo a 64 anni possono usare il coefficiente dei 65 anni ed uscendo a 67 anni possono usare quello dei 68 anni. Invece con 3 o più figli avuti a 67 anni si usa il coefficiente di 69 anni ed a 64 anni quello dei 66 anni. Soluzioni di comodo che possono tornare utili a chi rischia di essere penalizzato per via del fatto che per due novità sulle pensioni con 20 anni di contributi, il diritto alla pensione rischia di essere perduto.
Non tutto è positivo, ecco cosa mette a rischio le pensioni con 20 anni di contributi nel 20254
L’assegno sociale nel 2024 è pari a 534,41 euro al mese mentre con la rivalutazione annuale nel 2025 passerà sicuramente a 540 euro circa al mese. Questo piccolo incremento porta ad essere leggermente più complicato andare a centrare una pensione pari all’assegno sociale a 67 anni di età con la quiescenza di vecchiaia. Invece a 64 anni con le pensioni anticipate contributive diventa ancora più complicato arrivare a 3 volte l’assegno sociale.
E se a questo aggiungiamo che il Ministero del Lavoro ha emanato il decreto che modifica i coefficienti di trasformazione per il biennio 2025-2026, ecco che diventa ancora peggio il raggiungere queste soglie. Infatti come sempre accade (tranne che dopo la pandemia dove i coefficienti diventarono migliori), al salire della vita media della popolazione, diventano meno favorevoli i coefficienti che trasformano il montante dei contributi in pensione. Significa che a parità di montante contributivo e di età di uscita, chi esce nel 2025 e nel 2026 prende una pensione più bassa di chi lo ha fatto nel 2024 o l’anno prima.
Ed anche in questo caso arrivare a maturare il diritto alla pensione con 20 anni di contributi diventa più complicato. Più difficile arrivare a pensioni pari o nettamente superiori all’assegno sociale se il calcolo diventa meno favorevole come detto prima.