Per andare in pensione nel 2024 serviranno 63 anni di età per molte delle misure appena introdotte dal governo. Una cosa questa che ormai è chiara, anche se le nuove misure che l’esecutivo ha inserito nella legge di Stabilità potrebbero ancora essere suscettibili di variazioni. L’altro giorno abbiamo presentato il contratto di espansione come misura alternativa a quelle introdotte, ma per fugare tutti i dubbi, dobbiamo sottolineare alcune cose relative alla possibilità di andare in quiescenza con solo 62 anni di età o con 37,10 anni di contributi.
Pensioni con 37 anni e 10 mesi di contributi, di cosa si tratta?
Chi arriva a 63 anni di età ed ha 37 anni e 10 mesi di contributi, nel 2024 avrà una possibilità di andare in pensione con la nuova misura che ha sostituito l’Ape sociale. Servono infatti sempre 63 anni di età e 36 anni di contributi. Ma questi lavoratori potrebbero essere interessati anche dal contratto di espansione, sempre che l’azienda per cui lavorano lo avvieranno. Infatti la misura è un prepensionamento a tutti gli effetti. Si esce dal lavoro solo se azienda e sindacati trovano intesa e la registrano al Ministero del Lavoro. L’azienda deve essere con almeno 50 dipendenti in organico e deve sobbarcarsi l’onere di pagare di fatto l’assegno di pensione. Infatti anche se l’INPS è l’organismo erogatore della prestazione, resta l’azienda quella che “caccia” i soldi. Certo, il datore di lavoro può sfruttare la Naspi del lavoratore che ne detona in parte la spesa, ma resta un onere per l’azienda.
A 63 anni meglio la pensione propria
Non vanno confuse le due misure, e soprattutto difficilmente un lavoratore può scegliere tra l’una e l’altra. Infatti a 63 anni nelle condizioni contributive prima citate, non ci sarà bisogno di aspettare le decisioni dell’azienda. Il lavoratore può accedere alla pensione comunque facendo tutto da solo, con le dimissioni e la domanda di pensionamento. Diverso il caso di chi a 63 anni non arriverà nel 2024. Chi ha 62 anni di età o è addirittura più giovane, può optare per il prepensionamento per il tramite del datore di lavoro. Infatti la misura resta fruibile da chi è arrivato a 62 anni di età e quindi a 5 anni dall’età per la pensione di vecchiaia. Ma anche da chi è arrivato a 37,10 anni di contributi e quindi a 5 anni dalla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi. In quest’ultimo caso non conta l’età e chi rientra tra i lavoratori che l’azienda vuole allontanare subito, può lasciare il lavoro a qualsiasi età.