E’ proprio di questi giorni la notizia che la riforma pensioni potrebbe prevedere delle agevolazioni per specifici profili di tutela, in particolare per le lavoratrici madri e per i caregiver. Anche se la cosa era stata ventilata anche da Nunzia Catalfo lo scorso anno, sembra che ora la cosa non sia ritenuta giusta. Non dal governo o dalle parti sociali. Ma dai lavoratori stessi e, cosa che indigna, dalle lavoratrici che magari madri non sono.
Pensioni con sconto contributivo
Ho accolto con molto stupore una mail di una lettrice che mi ha scritto per ribadire il suo sconcerto di fronte al fatto che possa essere previsto uno sconto contributivo per le lavoratrici madri sostenendo che essendo tutte “donne” lo sconto spetterebbe a tutte. Ma forse la lettrice dimentica che le mamme che lavorano fanno profondi sacrifici per il bene dei figli e che a volta arrivano anche a sacrificare la propria carriera per poter garantire cure e presenza per la prole.
Sono donna e come tale so che le donne, sia le mamme che quelle che non lo sono, sono chiamate ad un doppio, triplo lavoro: quello che garantisce lo stipendio e quello che garantisce il benessere della famiglia trasformandosi, nel dopo lavoro, in cuoche, lavandaie, stiratrici, donne delle pulizie e chissà quante altre cose per garantire alla famiglia tutto quello che occorre.
Ma bisogna ricordare che la lavoratrice madre ha impegni molto più pressanti e non solo. La gravidanza e l’essere madre comporta non solo fatica fisica ma anche stress emotivo e questo non bisogna dimenticarlo. Molto spesso l’essere madre priva la donna di quel tempo che in alternativa dedicherebbe alla cura di se stessa.
Le mamme lavoratrici, quindi, aggiungono allo stress del lavoro anche quello del crescere i figli, e questo merita sicuramente una tutela maggiore.
Si può ben obiettare che anche la donna non mamma potrebbe dedicarsi alla cura, magari dei genitori anziani, ma in questo caso è previsto, dall’ipotesi, lo stesso uno sconto sui contributi di 1 anno ogni 5 anni di cura ad un familiare invalido.
Come scrive la stimata Orietta Armiliato sul Gruppo Facebook Comitato Opzione Donna, nel quale da anni raccoglie informazioni per le donne che vogliono accedere alla misura perseguendo i diritti delle donne lavoratrici, ” Il CODS sta lavorando da anni affinché si possa trovare una forma che consenta il realizzarsi del reiterato concetto di flessibilità in uscita dal lavoro per le donne.Ben sappiamo che le lavoratrici si videro innalzare, nel giro di un notte, il requisito necessario per raggiungere la quiescenza ma, oltre a ciò, il CODS persegue il diritto al riconoscimento ed alla valorizzazione del lavoro di cura/domestico, quel lavoro di cura che é considerato il “welfare informale” e che le donne si sobbarcano a fronte di una consolidata cultura e assegnazione implicita di ruoli che fanno comodo a tutti, soprattutto al sistema Paese ma che le penalizza in tutti i sensi ogni giorno tutti i giorni. Ora: che siano madri o meno é del tutto ininfluente da un punto di vista concettuale ma, naturalmente, non lo è di fatto e dunque il CODS assume verso questa questione come aspetto dirimente, il fatto che a TUTTE le donne debba essere riconosciuto il lavoro di cura svolto ma, con un contributo maggiore, per coloro che sono anche madri.E, in questo senso, il CODS ispirandosi al banale principio dell’equitá, porta da sempre e continuerà a portare avanti le proprie istanze per le DONNE, tutte le donne in quanto tali, a prescindere dalla maternità”.
Bonus mamme già esiste
Ricordiamo, in ogni caso, che sul fatto che le mamme lavoratrici debbano essere tutelate non sta intervenendo solo questa riforma previdenziale (che ricordiamo essere ancora allo stato embrionale); già nel 1995 la riforma Dini aveva previsto un bonus per le mamme che lavorano di 4 mesi per ogni figlio avuto (e fino ad un massimo di 12 mesi) ma come sconto sull’età di accesso alla pensione di vecchiaia.
Ma questo bonus non è fruibile da chi sta accedendo ora alla pensione, essendo riservato solo alle mamme lavoratrici che ricadono interamente nel sistema contributivo. E proprio per questo sembra giustissimo che se si interviene nei confronti dei lavoratori gravosi, di quelli usuranti, dei precoci, dei fragili e dei caregiver di debba intervenire anche sulla mamma lavoratrice.