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Pensioni: dal 2023 una serie di scivoli, bonus e sconti

Prende corpo la riforma delle pensioni e se tutto andrà bene, dal 2023 molti vantaggi a determinate categorie

Se qualcuno era rimasto deluso dalla legge di Bilancio appena licenziata per via della carenza di misure previdenziali nuove e degne di nota, potrebbe ricredersi presto. Le pensioni vanno verso un profondo restyling con alcune categorie di soggetti, evidentemente meritevoli di tutele, che avranno incentivi e bonus che faciliteranno al quiescenza.

Parliamo ancora di progetti, perché restiamo sempre nel campo delle ipotesi e per come va da anni ormai, credere a tutto è sbagliato. Ciò non toglie che le indiscrezioni che trapelano da fonti vicine al dossier pensioni non sono negative, anzi.

Il confronto tra governo e sindacati è ripreso

Che il sistema vada riformato è cosa nota e chiara a tutti. Andare in pensione in Italia, oltre che lontano nel tempo è pure difficile. Basti pensare alla enorme mole di contributi versati necessari per la stragrande maggioranza delle misure, anche quelle anticipate e nuove prodotte negli ultimi anni.

Se servono 42,10 anni per la pensione anticipata ordinaria, significa si uscire senza limiti di età, ma abbondantemente oltre i 60 anni. A meno che non ci si trovi dinnanzi a lavoratori che hanno avuto la fortuna delle fortune, cioè iniziare a lavorare dai 16 anni e sempre in continuità, senza interruzioni o altro.

Opzione donna, misura che ha nei 58 anni l’età minima di uscita per le lavoratrici dipendenti (59 anni per le autonome), ha come base 35 anni di versamenti. Significa che una donna dovrebbe aver iniziato a lavorare a 23 anni e senza pause e soste fino ai 58 anni. Anche in questo caso, una cosa difficile.

L’Ape sociale necessita di 63 anni di età è ben 36 anni per i lavori gravosi (32 per edili e ceramisti). E ne prevede anche troppi per i disoccupati e i caregivers, perché sono 30 anni. E poi, 38 per la quota 100 e la nuova quota 102, 35 per gli usuranti o i notturni per il loro scivolo.

Sconti a donne e giovani

Alla luce di tutto questo, parlare di pensioni anticipate è assai azzardato. Sembra che i legislatori vivano in un mondo diverso, perché non considerano le difficoltà a trovare lavoro stabile e duraturo per i giovani, così come non considerano le difficoltà delle donne a fare lo stesso, perché spesso sacrificano carriera e lavoro per la cura della casa e della famiglia.

Ma forse adesso iniziano a capire cosa fare. Infatti si parla di bonus e sconti sui contributi per donne e giovani.

L’idea è di introdurre misure a tutela di queste categorie. Per i giovani si parla sempre di pensione di garanzia, una specie di pensione minima da erogare a chi non accumula un montante contributivo degno di nota e utile ad ottenere una pensione dignitosa.  

Molti dei giovani lavoratori di oggi rischiano davvero di non arrivare alla pensione o di arrivarci con assegni da fame. E allora le tutele non devono mancare.

La tutela delle donne invece si materializza in bonus contributivi alle madri lavoratrici. Magari concedendo un surplus di contributi per ogni figlio avuto.