Opzione donna confermata o no? opzione donna confermata, ma identica a oggi oppure con correttivi? fossero questi i due soli dubbi per le lavoratrici, saremmo a buon punto. Invece a questi due quesiti se ne aggiungono altri. Perché ci sono altre misure che sono in ballo per prendere il posto di opzione donna nel 2024. Perché la conferma della misura che sembrava certa fino a ieri, adesso comincia a scricchiolare. Ed emergono altre due misure che possono prendere il posto di opzione donna nel pacchetto previdenziale del governo Meloni in vista della manovra di fine anno.
Da 58 a 64 anni, ecco come cambia l’età in base alle tre ipotetiche misure
Se la scelta del governo ricadrà sulla conferma di opzione donna, questa non potrà tornare al passato, cioè a mandare in pensione le donne con 35 anni di contributi e 58 o 59 anni di età a seconda che si tratti di lavoratrice dipendente o lavoratrice autonoma. Quindi, o si confermerà la misura in toto come oggi, o con un piccolo correttivo. Quindi, o opzione donna 2024 sarà la seguente:
- 58 anni di età per invalide e caregivers con due o più figli e per disoccupate e alle prese con crisi aziendali (grandi aziende con tavoli di crisi al Ministero);
- 59 anni di età per invalide e caregivers con un solo figlio avuto;
- 60 anni per invalide e caregivers senza figli.
Oppure si passerà ad uscite per tutte, cioè per caregivers, invalide, disoccupate e con aziende in crisi a 58 anni. In ogni caso il requisito contributivo sarebbe fermo a 35 anni, con ricalcolo contributivo della prestazione, 12 mesi di finestra per la decorrenza e requisiti da completare entro il 31 dicembre dell’anno precedente.
Pensioni donne, tre diverse misure nel 2024 per risolvere il rebus del post opzione donna
Se non sarà questa la via prescelta, ovvero della conferma di opzione donna, si cambierà registro. E allora due sono le ipotetiche nuove misure. Una è l’Ape rosa, con possibilità di pensionamento a partire da 61, 62 o 63 anni con 30 anni di contributi. Godendo di un assegno del tutto simile all’Ape sociale, cioè di accompagnamento alla pensione a 67 anni di età. Con una potenziale variabile che tira dentro ancora una volta i figli. Perché con due o più figli il requisito dei 30 anni di contributi scenderebbe a 28 anni mentre con un solo figlio a 29 anni.
La seconda misura invece è una pensione a partire dai 64 anni con almeno 20 anni di contributi. Una vera pensione anticipata contributiva per tutte, senza distinzioni di platea o di sistema previdenziale a partire dal quale la carriera dei versamenti ha avuto inizio. Entrambe le misure alternative ad opzione donna sarebbero estese all’intera generalità delle lavoratrici, senza vincoli di platee.