Le pensioni in Italia hanno un particolare meccanismo che le collega alle aspettative di vita della popolazione. Infatti in base ai dati ISTAT sulla vita media degli italiani, cambiano i requisti delle pensioni. Questo è uno dei fattori che maggiormente influenzano i trattamenti previdenziali. Ed è anche una delle cause per cui le pensioni si allontanano sempre di più dalla popolazione. Il governo da poco ha emanato un decreto che produce una buona notizia per le pensioni, anche se allo stesso tempo ne produce una negativa per la vita media della popolazione. Infatti in base ai dati nuovi sulla vita media degli italiani, si può dire che si vive di meno. Ma cosa succede alle pensioni adesso?
Pensioni e aspettativa di vita, cosa succede fino al 2026 e dopo
Le pensioni sono collegate alla vita media della popolazione. Più si vive a lungo più si allontanano le pensioni perché si inaspriscono i requisiti. Nel 2019 per esempio, la pensione di vecchiaia e la sua età pensionabile passò da 66 ani e 7 mesi a 67 anni. Questo è stato l’ultimo scatto subito dalle pensioni. Perché fino ad oggi non ci sono stati più inasprimenti. Ma perché questo collegamento? il motivo è semplice e riguarda le casse dell’INPS e dello Stato. Se un italiano vive più a lungo e se le pensioni restano sempre fissate ad una determinata età pensionabile, è naturale che l’INPS pagherà la pensione al diretto interessato più a lungo. Se invece vive di meno, la pensione è pagata per meno tempo. E lo Stato risparmia sulla spesa pubblica.
Fino al 2026 niente incrementi, se ne riparla nel 2027
Ciò che tramite decreto è stato recentemente confermato, è il fatto che la vita media della popolazione è calata. Pertanto niente incrementi delle pensioni per il biennio 2025-2026. Significa che le pensioni di vecchiaia (per le anticipate fino al 2026 era già stato decretato lo stop agli incrementi), fino al 2026 si centreranno con 67 anni di età e 20 anni di contributi. Il fatto che la vita media della popolazione regredisce, non si traduce come qualcuno spererebbe, in un ammorbidimento dei requisiti. Infatti per le pensioni mai la stima di vita in calo può generare un abbassamento dei requisiti. Una salvaguardia per le casse dello Stato, perché l’aspettativa di vita può causare solo incrementi e mai diminuzioni dell’età pensionabile. Sarà dal 2027 che stando alle previsioni, l’età pensionabile dovrebbe salire di 2 o 3 mesi. E se lo farà, sarà per il biennio 2027-2028, perché il meccanismo funziona di biennio in biennio.