C’è una concreta possibilità di passare gli ultimi anni di lavoro con uno stipendio più alto. Preparandosi così alla pensione in maniera più ridente rispetto alle difficoltà che la crisi economica e la perdita del potere d’acquisto dei salari stanno mettendo in campo.
E allora ecco una soluzione che è un mix tra alcune misure pensionistiche e alcune misure in materia di lavoro. Dal mix tra pensioni e lavoro, stipendio più alto da oggi e fino al 2026 per i nati fino al 1962. Perché in effetti di questo si tratta.
Pensioni e lavoro, stipendio più alto da oggi e fino al 2026 per i nati fino al 1962
Aspettare di raggiungere la giusta carriera contributiva, in maniera tale da andare in pensione con il massimo dei contributi. Questo è ciò che molti lavoratori oggi fanno. Il massimo dei contributi, al momento è fissato a 42,10 anni per gli uomini e 41,10 anni per le donne. La pensione anticipata ordinaria non ha limiti di età. Per questo basta arrivare alle soglie contributive prima esposte ed il più è fatto.
Chi è nato nel 1962 però può uscire dal lavoro anche oggi, ma solo se ha raggiunto i 41 anni di contributi. E lo può fare passando da due misure differenti. Una è la pensione di quota 103, che consente il pensionamento a partire dai 62 anni d’età con 41 anni di contributi versati. L’altra misura è la pensione di quota 41 per i precoci. Dove a dire il vero non ci sono requisiti anagrafici e dove serve almeno un anno di contribuzione versata prima di arrivare a 19 anni di età. La quota 103 è per tutti, senza distinzioni di categoria.
Ma è una misura contributiva come regole di calcolo dei trattamenti. E non può arrivare come importo a superare 4 volte il trattamento minimo INPS. Invece per quanto concerne la quota 41 per tutti, non ci sono vincoli e tagli di importo. Ma per centrare l’uscita bisogna essere alternativamente un caregiver, un disoccupato, un invalido o un addetto ai lavori gravosi.
Pensioni e stipendio, ecco come prendere qualcosa in più in busta paga
Chi è nato nel 1962 ed ha 41 anni di contributi è il profilo esatto di chi può uscire dal lavoro con due diverse misure quindi. ma grazie ad una di queste può anche decidere più facilmente di non lasciare subito il lavoro ma di posticipare l’uscita.
Parliamo della quota 103. Rimandare la pensione per chi ha maturato già il diritto alla quota 103 può essere una saggia decisione. Prima di tutto perché così si evita di subire quei pesanti tagli di assegno che il calcolo contributivo prevede (oltre il 30% in molti casi). Ma soprattutto perché rimandando la pensione di quota 103 a requisiti già maturati, può far prendere uno stipendio più alto. E per tutto il resto della carriera.
Cioè per tutti i restanti mesi di lavoro fino ad arrivare alle pensioni anticipate ordinarie. Si tratta di 22 mesi per gli uomini (dai 41 anni di oggi ai 42,10 delle anticipate ordinarie) e di 10 mesi per le donne.ù
Uno sconto in più come sgravio contributivo oltre al taglio del cuneo fiscale
Uno stipendio più alto è ciò che possono prendere presentando domanda all’INPS quanti maturano il diritto alla quota 103 e rimandano l’uscita puntando alle pensioni anticipate ordinarie.
Ma da dove nasce questo incremento di stipendio? Nasce dallo sgravio contributivo che fa diminuire i contributi dovuti in busta paga e di conseguenza fa aumentare il netto in busta. Come tutti sanno chi versa al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti versa il 33% della sua retribuzione alla sua futura pensione. Di questo 33% il 9,19% è a carico del dipendente.
Ed è questo ciò che potrebbe rimanere in busta paga al lavoratore in questione. Fermo restando che in base al taglio del cuneo fiscale già oggi molti lavoratori non versano il 9,19%. In effetti con il taglio del cuneo fiscale (che nel 2025 dovrebbe essere riconfermato, anche se bisogna aspettare la legge di Bilancio per l’ufficialità), ci sono lavoratori che risparmiano già il 6% del 9,19% per gli stipendi fino a 2.692 euro al mese. Oppure il 7% per gli stipendi fino a 1.923 euro al mese.