La stanchezza dopo una lunga carriera lavorativa, oppure il volersi dedicare ad altro, o ancora la cessazione di una attività lavorativa. Sono le motivazioni principali secondo le quali un contribuente diventa desideroso se non addirittura bramoso di voler andare in pensione.
Le vie di uscita dal mondo del lavoro non mancano e alcune sono favorevoli al pensionato che desidera, come dicevamo, di lasciare il lavoro prima che raggiunga la ormai nota età pensionabile dei 67 anni. Oggi nel nostro focus, parliamo di 3 misure che possono tornare utili a quanti si trovano nella condizione di voler dire basta.
Pensioni a 62 anni di età, una via ci sarebbe, ma serve una carriera degna di questo nome
Chi a 62 anni è stanco di una carriera lavorativa che ormai dura da oltre 40 anni ha una via in più per poter andare in pensione. Ed è una via che al momento scade il prossimo 31 dicembre. Infatti parliamo della quota 103, una misura che consente il pensionamento al raggiungimento di almeno 62 anni di età e dopo aver completato i 41 anni di contributi versati ed i 35 anni di contributi effettivi e neutri da contributi per disoccupazione e malattia. La misura è nata con la legge di Bilancio del 2023 e solo per 12 mesi di durata. In pratica, la misura scade a fine 2023, salvo proroghe da parte del governo, che al momento sono solo probabili.
In pensione a 64 anni ma solo per chi non ha carriere troppo vecchie
Una misura che non scade, e che può essere sfruttata nel 2023 ma anche in futuro e senza necessità di proroghe è la pensione anticipata contributiva. La misura riguarda quanti hanno almeno 64 anni di età ed almeno 20 anni di contributi versati. Ma a condizione che il primo contributo versato sia antecedente la data del 1° gennaio 1996. Inoltre serve una pensione di importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale.
In pensione senza limiti di età, misure ormai fisse, ecco come fare
Una misura che permette di lasciare il lavoro senza limiti di età e quindi in anticipo rispetto ai 67 anni della pensione di vecchiaia e se possibile, anche prima dei 64 anni delle pensioni anticipate contributive e dei 62 anni della quota 103 è la pensione anticipata ordinaria. Bisogna maturare però 42 anni e 10 mesi di contributi (le donne 41 anni e 10 mesi). Di questi 35 devono essere sempre effettivi e quindi senza i contributi figurativi da indennità di malattia o disoccupazione.
Fissa è pure la pensione con quota 41, ma solo per i precoci e solo per determinati precoci. Infatti bastano 41 anni di contributi e nessun limite anagrafico ma solo per chi ha un anno intero, anche se discontinuo, versato prima dei 19 anni di età e soprattutto per chi è alternativamente un disoccupato che da tre mesi è senza Naspi, un invalido con il 74% di invalidità almeno, un caregivers che assiste un familiare disabile convivente da almeno 6 mesi e un lavoratore alle prese con una attività gravosa da 7 degli ultimi 10 anni o da 6 degli ultimi 7 anni.