Il passaggio dalla pensione di anzianità alla pensione anticipata ha prodotto un grande inasprimento dei requisiti. Oggi un lavoratore “normale” deve lavorare qualcosa come 3 anni in più di prima che arrivasse la riforma Fornero per andare in pensione e lasciare il lavoro senza limiti di età. L’anno 2019 è passato alla cronaca come l’anno dell’ultimo scatto per l’aspettativa di vita. E si è arrivati a 42,10 delle attuali pensioni anticipate. Troppi senza dubbio rispetto ai 40 anni delle pensioni anticipate precedenti la legge Fornero. Ecco perché la riforma delle pensioni è tanto attesa proprio perché dovrebbe abbassare di nuovo questo limite.
Riforma delle pensioni ad oggi solo ipotetica, perché la certezza è che le pensioni anticipate rimarranno con i medesimi requisiti di oggi fino al 2026.
Pensioni fino al 2026, ecco come uscire dal lavoro
La pensione anticipata ordinaria è una misura che prevede l’uscita anticipata senza limiti di età. Ed i suoi requisiti sono congelati fino al 2026. Potranno accedere alla quiescenza con questa misura, le donne con 41 anni e 10 mesi di versamenti e gli uomini con 42 anni e 10 mesi. E sarà così fino al 31 dicembre 2026.
“Possono richiedere la pensione anticipata i soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini”, questo è ciò che si legge sul sito INPS. L’INPS parla di settimane, perché il conteggio è più facile da verificare. Come i contribuenti sanno, negli estratti conto dei lavoratori la maggior parte delle volte i contributi sono espressi in settimane e va detto che un anno pieno di contribuzione è pari a 52 settimane.
Per le pensioni anticipate la contribuzione effettiva da lavoro è fondamentale
Per le pensioni anticipate va sottolineato che 35 anni di contributi devono essere effettivi da lavoro. In pratica 35 anni devono essere neutri dai figurativi da malattia e disoccupazione. Contributi questi sempre validi per la misura della prestazione, ma non per il diritto se vanno a coprire anche parte dei già citati 35 anni effettivi. Infatti per il calcolo della prestazione vale tutta la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata. Ma per il diritto è fondamentale il fattore della contribuzione effettiva.