Mettersi in proprio, avviare una impresa e iniziare a lavorare è ciò che molti italiani scelgono. L’italiano medio è ricco di inventiva ed in momenti storici dove le occasioni lavorative latitano, diventare lavoratori autonomi è una opzione molto utilizzata. Ma le tasse sono ciò che maggiormente toglie il sonno a chi vuole avviare una impresa. Ecco perché il suggerimento è di valutare tutte le opzioni possibili, soprattutto quella evidentemente vantaggiosa rappresentata dalla impresa familiare.
Impresa familiare, cos’è?
L’impresa familiare, cioè l’attività avviata insieme ad altri parenti, offre vantaggi fiscali e non solo. Soprattutto rispetto alla semplice assunzione di dipendenti, che spesso, soprattutto nelle piccole attività, sono i parenti stessi. Ma anche rispetto alla costituzione di una società con i parenti. Va ricordato che esistono tre vie per entrare dentro una impresa di lavoro autonomo per i parenti di quello a cui l’idea è sopraggiunta. Assumere un parente come lavoratore subordinato, tirarlo dentro come socio o avviare una impresa familiare.
L’impresa familiare per il Codice Civile
La via più vantaggiosa è senza dubbio la terza, come sottolineano anche quelli della “Leggepertutti.it”. Infatti è il Codice Civile consente ad una impresa di costituirsi sotto forma di impresa familiare dove un parente che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nella famiglia o nell’impresa familiare è considerato non un socio e nemmeno un dipendete, ma un collaboratore. Una figura che consente all’interessato di godere degli utili dell’impresa, di partecipare agli incrementi aziendali e così via dicendo. Tutto naturalmente proporzionato al lavoro svolto e al tempo trascorso a lavorare per l’impresa familiare.
Vantaggi reddituali
Il primo vantaggio è quello reddituale dal momento che in caso di impresa familiare il reddito prodotto può essere suddiviso tra titolare e collaboratori. L’unico vincolo è che il titolare non può scendere sotto il 51% del reddito totale da dichiarare. Inutile dire che per come funziona l’IRPEF, spalmando il reddito tra più soggetti si versa meno imposta dal momento che c’è la possibilità di rientrare negli scaglioni più vantaggiosi.
Anche i contributi INPS sono più vantaggiosi
Al netto del minimale contributivo previsto dall’INPS per commercianti e artigiani, nelle imprese familiari la ripartizione dei redditi producono anche un effetto contributivo. Un risparmio sui contributi INPS da versare per il titolare ma anche quelli da lui versati per i dipendenti. Nel caso in cui l’impresa familiare sia costituita da collaboratori che lavorano per l’impresa per un numero di giornate annue non superiore a 90, in alcuni settori c’è la completa esenzione dal versamento dei contributi per i collaboratori.