La prima pensione dell’anno come sempre sarà più alta perché c’è la questione dell’inflazione. Ogni anno le pensioni vengono rivalutate affinché non perdano potere di acquisto. Gli aumenti del 2025 però saranno bassissimi visto che l’ISTAT ha già prodotto la percentuale di aumento del costo della vita stabilendo solo lo 0,8% di differenza per i primi tre trimestri del 2024. Quindi, pochi aumenti a gennaio, e per giunta con una pensione che arriverà in ritardo rispetto al solito.
Gli aumenti delle pensioni di gennaio, ecco come saliranno i trattamenti
Aumento irrisorio delle pensioni a gennaio. Perché l’ISTAT ha certificato nello 0,8% il tasso di inflazione previsionale. Un tasso provvisorio quindi, perché nel 2025, quando l’ISTAT avrà i conteggi definitivi sull’aumento del costo della vita qualcosa potrebbe cambiare. Si chiama tasso di previsione proprio perché considera le differenze sopraggiunte solo per i primi 9 mesi dell’anno in corso. Naturalmente è vietato immaginare che ci possano essere sostanziali differenze rispetto allo 0,8% già certificato. Questo significa che a gennaio le pensioni saliranno rispetto ai ratei del 2024 solo dello 0,8%. Con una agevolazione straordinaria sulle pensioni integrate al trattamento minimo e con penalizzazioni sulle pensioni sopra 4 volte il trattamento minimo.
L’aumento, le fasce, l’extra rivalutazione sul trattamento minimo
Entrando nello specifico, il governo ha stabilito che oltre allo 0,8% di incremento per l’inflazione, alle pensioni integrate al trattamento minimo (598,61 euro al mese nel 2024) verrà assegnato un extra aumento del 2,2%. Almeno stando all’attuale legge di Bilancio che deve ancora essere completata e approvata definitivamente. E sempre in base alla manovra, ecco che il meccanismo della perequazione passa dalle 6 fasce del 2024 a sole 3 fasce. Con tagli a partire dalle pensioni sopra 4 volte il trattamento minimo che saranno meno pesanti rispetto a quanto accaduto lo scorso gennaio. La perequazione di gennaio 2025 porterà alle seguenti rivalutazioni:
- 3% di rivalutazione delle pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo;
- 0,80% di rivalutazione delle pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 0,72% di rivalutazione sulla parte di pensione superiore 4 volte il trattamento minimo e fino a 5 volte lo stesso trattamento;
- 0,60% di rivalutazione sulla parte di pensione sopra 5 volte il trattamento minimo.
Il calendario delle pensioni di gennaio, perché in ritardo?
La pensione decorre in genere dal primo del mese. In pratica in linea di massima la pensione viene accreditata dall’INPS ogni primo del mese a prescindere da dove incassi il trattamento il pensionato, se alle Poste o in una banca.
Ma da mese a mese il calendario cambia. Vuoi perché alle Poste adottano un calendario basato sull’alfabeto, ma anche perché c’è la questione dei giorni bancabili.
Per esempio quando il primo del mese è un festivo, la pensione slitta al giorno successivo se feriale, altrimenti si va avanti fino al primo giorno bancabile utile. Alle Poste il sabato è un giorno bancabile mentre nelle banche non lo è.
Pertanto, se per esempio il primo del mese è sabato, alle Poste la pensione viene accreditata normalmente, mentre in banca si deve aspettare il giorno 3 (sabato e domenica non sono bancabili). Gennaio ha il giorno uno sempre festivo e pertanto non verrà accreditata la pensione quel giorno. Il primo gennaio 2025 è mercoledì, ma questo non permette di incassare la pensione il giorno 2 che è giovedì. Infatti come sempre
il 2 gennaio è il primo giorno lavorativo dell’INPS e questo giorno viene usato dall’Istituto per il consueto aggiornamento dei sistemi. Ecco perché per forza di cose, che si incassi in banca la pensione o alle Poste, il rateo di gennaio, con gli aumenti, arriverà ai pensionati solo da venerdì 3 gennaio.