Aspettare i 67 anni per andare in pensione oppure prendere al volo una delle diverse possibilità che lo Stato e l’INPS offrono per anticipare la quiescenza di qualche anno è ciò che ogni lavoratore arrivato ad una certa età cerca di fare. Perché pur se parliamo di un sistema pensionistico poco flessibile, le pensioni in Italia hanno diversi canali di uscita che possono determinare l’uscita dal lavoro anticipata rispetto al requisito ordinario della pensione di vecchiaia.
Pensioni in anticipo a 62 anni e come limare di 5 anni la possibile uscita dal mondo del lavoro
Addirittura a 62 anni di età è ciò che oggi il sistema offre come età di uscita grazie alla quota 103, una misura che è stata varata nel 2023, che scade il 31 dicembre 2023 ma che il governo potrebbe rinnovare fino al 31 dicembre 2024. Una misura che non ha particolari requisiti aggiuntivi da dover centrare perché bastano solo, per così dire, 41 anni di contributi versati e 62 anni di età già compiuti.
La misura è di quelle che non consentono il cumulo dei redditi di pensione percepiti con lo stesso strumento, e redditi da lavoro. Ammesso fino a 5.000 euro di reddito annuo il lavoro autonomo occasionale. Inoltre con la quota 103 la pensione non può essere superiore a 5 volte il trattamento minimo INPS che per il 2023 è pari a circa 560 euro al mese.
Pensioni in anticipo a 64 anni, quanti contributi servono?
Chi ha compiuto 64 anni di età nel 2023, può anticipare la pensione anche con solo 20 anni di contributi. Lo strumento previdenziale che consente questo genere di intervento è la pensione anticipata contributiva per la quale oltre ai 20 anni di versamenti ed ai 64 anni di età, bisogna arrivare ad una pensione pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale (assegno sociale pari nel 2023 a 503,27 euro al mese) e non avere contributi accreditati prima del 1° gennaio 1996.
Pensioni in anticipo a 63 anni, ma solo per pochi
A 63 anni invece più che una pensione c’è un assegno ponte che accompagna i lavoratori alla loro quiescenza ordinaria a 67 anni di età. Infatti parliamo di una misura che consente a chi rientra nei caregivers, nei disoccupati e negli invalidi, di accedere con 30 anni di contributi alla pensione a 63 anni di età. Consente invece ai lavori gravosi di accedere alla stessa pensione ed alla stessa età con 36 anni di contributi o con 32 anni se edili o ceramisti.
La misura è limitata come importo a massimo 1.500 euro al mese, non è reversibile ai superstiti, non è indicizzata al tasso di inflazione e non prevede tredicesima, ANF, maggiorazioni e integrazioni.